Monitorare il riposo per fermare l’insonnia
Ad oggi lo strumento clinico comunemente diffuso atto a monitorare il riposo per fermare l’insonnia, o comunque, arrestare e considerare i disturbi del sonno, è la polisonnografia notturna, per cui viene richiesto al paziente di trascorrere una notte in laboratorio.
È indubbio che per vivere bene è necessario garantirsi un buon riposo e che le persone che soffrono d’insonnia, 1 italiano su 4 soffre di insonnia cronica o transitoria e sono all’incirca 12 milioni gli individui in Italia con un disturbo del sonno, necessitano di cure adeguate.
Monitorare il riposo per fermare l’insonnia è la mission di un sistema innovativo di osservazione del sonno.
Si chiama “Dormi” ed è un dispositivo basato sull’omonimo algoritmo, certificato come medical device, che consente di monitorare il riposo per fermare l’insonnia.
La creazione del dispositivo è frutto di uno studio dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna e dell’Università di Pisa, che è stato pubblicato dalla rivista Scientific Reports.
Il vantaggio principale del dispositivo atto a monitorare il riposo per fermare l’insonnia è, così come riportano i ricercatori: “Può essere utilizzato con successo per monitorare il sonno longitudinalmente, in modo non invasivo e in un ambiente non strutturato al di fuori del laboratorio”.
Il medical device è stato sviluppato dalla start up SleepActa, realtà societaria che nasce dall’Università di Pisa che da anni si occupa di studiare il sonno e i suoi disturbi, insieme al Prof. Ugo Faraguna, neurofisiologo, docente presso il polo universitario e responsabile del laboratorio del sonno Sonnolab: “Dormi” è un algoritmo di intelligenza artificiale che analizza e rielabora tutti i dati raccolti durante il sonno attraverso un dispositivo wearable da indossare per una settimana”.
L’algoritmo, attraverso questi dati, come per esempio i movimenti, i battiti, ecc.., è in grado di riportare una vera e propria fotografia del sonno del paziente e monitorare il riposo per fermare l’insonnia.
In base all’esito viene poi proposto il percorso terapeutico più adatto, alla fine del quale è possibile effettuare una successiva misurazione per valutare i miglioramenti nel profilo del sonno ottenuti tramite la terapia.
“L’innovazione tecnologica è sin dall’inizio parte della nostra mission e un elemento che ci identifica – dichiara Luca Foresti, CEO di Santagostino – una rete di 32 poliambulatori e che ha lanciato il progetto all’interno del programma “Percorso Insonnia”.
“Abbiamo accolto con curiosità ed entusiasmo questa novità – commenta il dott. Stefano Porcelli, psichiatra, psicoterapeuta e responsabile dell’area psichiatrica-psicologica-neurologica del Santagostino – Per la prima volta, infatti, sperimentiamo una misurazione quantitativa validata all’interno di un percorso di psicoterapia.
Questo ci permetterà di affiancare alle attuali valutazioni effettuate tramite questionari, e quindi per loro natura soggettive, una valutazione strumentale oggettiva, utile sia in fase di inquadramento iniziale sia per monitorare l’efficacia del percorso terapeutico al termine dello stesso.”