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Terza età: i benefici del ballo sulla salute

Ballare insieme è una pratica che non appartiene formalmente a nessun periodo della vita e che può adattarsi a tutte le stagioni dell’esistenza.

In particolare, gli studi in merito dellaDance Psychology Lab dell’Università inglese dell’Hertfordshire, ha stabilito che ballare può agire positivamente sulle malattie neurodegenerative.  Lo psicologo-ballerino Peter Lovatt ha messo in scena, in proposito, ilmusical ” Dance, Doctor, Dance! The Psychology of Dance Show”.

Ballare, dunque, fa bene anche e soprattutto alla terza età poiché aumenta il tono umorale, il ballo, in effetti stimola la neuroplasticità ovvero la capacità di ottimizzare le risorse cerebrali, attiva le connessioni tra le cellule nervose, riduce l’infiammazione cerebrale che favorisce l’Alzheimer e Parkinson.

Una terapia economica e accessibile a tutti la danza, ma attenzione, ci si riferisce ai balli di coppia, infatti, danzare insieme attiva i sensi: i sorrisi di un’altra persona, il suo odore, l’abbraccio e il contatto fisico accendono le aree sensitive tra cui quelle uditive. La musica attiva ricordi e agisce sulla memoria.

Danzare fa bene alla salute perché abbassa la pressione, aumenta la dopamina e la serotonina, quindi il buonumore, ma soprattutto,  ha degli effetti benefici sul cervello riuscendo ritardare i sintomi del morbo di Alzheimer o di Parkinson.

Con l’utilizzo della Unified Parkinson’s Disease Rating Scale Motor capace di monitorare l’andamento della malattia in relazione al movimento, vari esperimenti avrebbero dimostrato che danzare mantiene elastico il cervello e determina la conservazione della ricchezza cognitiva, al di là dell’età e delle demenze.

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