Società e Cultura

Sanità: il diritto negato. La storia di papà Luca

“L’essere nata in un sistema in cui il diritto è un’occasione che devi prendere dalla giostra, quando passa sotto l’anello, se sei capace” così scrive Valeria Parrella in “Tempo di imparare”.

Così ci spiega papà Luca Di Caprio “il diritto alla salute vale meno quando sei disabile”.

La storia di papà Luca è la storia dei due suoi figli, Maurizio e Gennaro, il primo autistico e il secondo, di appena 3 anni e 6 mesi, affetto da una malattia rara, monosomia del cromosoma 18p, patologia che lo rende sordo cieco e bisognoso di assistenza medica.

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Una spesa farmaceutica annua di 2.500 euro, ci spiega papà Luca oltre alla logopedia e la fisioterapia che pago privatamente non riuscendo, comunque, a garantire ciò di cui Gennaro ha bisogno perché anche se “buono e non mi lamento, in casa entra un solo stipendio, il mio”.

È stato complesso e difficile riuscire soltanto ad entrare in un sistema sanitario che fa acqua dappertutto, “non esiste neppure uno sportello informativo per capire quale la strada da percorrere” ci dice papà Luca.

“Gennaro può alimentarsi soltanto artificialmente e la patologia lo rende epilettico”, un caso complesso, quindi, che le strutture campane non hanno modo di assistere: “Sono stati i medici stessi a dirmi, vattene cambia regione”.

Papà Luca al momento è in cerca di lavoro perché l’azienda cui presta servizio non ha voluto concedergli il trasferimento, nonostante l’evidente stato di emergenza, “sto lasciando tutto, ho messo in vendita la mia casa di Baiano (Av) e sto cercando lavoro nel modenese dove probabilmente verrò seguito diversamente”.

Anche Maurizio, il primo figlio, deve essere seguito in un modo più accurato, “Lunedì, mercoledì e venerdì Maurizio ha due ore di terapia fatta di psicomotricità e logopedia in un centro dove però non raggiunge i risultati che dovrebbe. La sanità ad Avellino sta distruggendo le vite dei miei piccoli, mia moglie Simona è in depressione da un anno e sta sempre peggio”

Papà Luca viaggia per tutto lo stivale da 3 anni e mezzo, da quando è nato Gennaro, da Vicenza a Parma, da Ravenna a Pisa, rinunciando a tutto ciò a cui si può rinunciare per il bene del proprio figlio.

“La scelta di andare via dalla Campania è una scelta obbligata, lo faccio per garantire un futuro migliore ai miei piccoli”.

“La Sanità – continua Luca Di Caprio – dovrebbe essere il punto di sostegno per chi come noi è in una condizione di bisogno e invece viene completamente a mancare, mi sento disorientato e abbandonato”.

E l’istruzione?

“Anche la scuola non accetta Gennaro: mancano i mezzi per accompagnarlo e insegnanti qualificate per aiutarlo, e noi siamo sempre più soli. Nemmeno un assistente sociale o psicologo sono venuti a casa nostra, mai.”

Luca di Caprio, ispettore di prevenzione infortuni nell’edile, è un uomo coraggioso, al momento cerca casa e lavoro a Modena e sta lasciando tutto qui, non senza l’amaro di chi non ha ricevuto ciò che gli spetta dal servizio pubblico.

Se siete nella possibilità di fornirgli un aiuto nel modenese la sua mail è geomdicaprio@gmail.com

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