“Terra Libera”: dipendenza dall’alcolismo
L’ alcolismo è un male che colpisce soprattutto adolescenti e anziani
L’alcolismo è una delle dipendenze più diffuse del nostro tempo e riguarda anche l’Italia. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità a rischio sono circa 8 milioni di persone. I più vulnerabili sono gli adolescenti, le donne e gli anziani.
Molte le strutture, sia pubbliche che private, che si occupano di prevenzione e cura dell’alcolismo. A Quarto, in provincia di Napoli, c’è l’associazione di volontariato Terra Libera che accoglie circa una cinquantina di famiglie. Il centro, coordinato dal counselor biosistemico Giovanni Sabbatino, aiuta le persone afflitte da vari tipi di dipendenza. «Bere è un comportamento a rischio, ma la predisposizione ereditaria influisce fino a un certo punto, perché è l’ambiente a fare la differenza. – spiega il presidente Sabbatino- Per affrontare e eliminare una dipendenza i farmaci non bastano, bisogna lavorare sulla persona e sulle sue relazioni esterne. Solo con la terapia psicologica è possibile uscirne. La tossicodipendenza, in tutte le sue forme, non è una malattia da curare, ma uno stile di vita consolidato nel tempo, da cui bisogna distaccarsi, riabituandosi alla non-dipendenza».
Terra Libera si ispira agli studi di Vladimir Hudolin, neurologo, psichiatra e docente universitario jugoslavo, membro del gruppo di esperti per l’alcolismo e le altre dipendenze dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Fu il primo ad istituire dei gruppi terapeutici per gli alcolisti e le loro famiglie, denominati Club degli alcolisti in trattamento. L’associazione appoggia in pieno l’idea dello psichiatra jugoslavo, secondo cui l’individuo dipendente necessita di interagire con i propri familiare per intraprendere il precorso di cura, perché è solo all’interno della famiglia che si trovano le risorse per cambiare.
Oltre agli incontri settimanali, il centro organizza e gestisce un laboratorio di pittura, uno di teatro e uno artigianale e la coltivazione biologica di un orto. Il lavoro agricolo aiuta il paziente a riattivarsi su ritmi di vita più regolari e più sani, imperniati sul ciclo della natura «Coltivare è un modo indiretto di prendersi cura di sé, di tornare alle origini e imparare il valore dell’attesa», ha spiegato il dottor Sabbatino.