Società e Cultura

Le ore dell’amore. Relazioni a distanza per la quarantena

“Le ore dell’amore” è un film del 1963 diretto da Luciano Salce, una commedia sulle dinamiche di una coppia, interpretato da Ugo Tognazzi e Barbara Steele.

Questa situazione attuale, necessaria a contrastare il contagio è, di fatto, distanziante, ci allontana mettendo a dura prova la nostra emotività e i nostri sentimenti.

Ciononostante se è vero che possiamo curare quasi tutto, possiamo dedicarci anche alla nostra relazione in un movimento di introspezione e profondità prima forse rimasto nell’ombra.

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La fiducia è una base solida da cui partire per affrontare con serenità il periodo di quarantena.

Fare i conti con l’assenza.

In Frammenti di un discorso amoroso Roland Barthes alla voce “Assenza” scrive come il desiderio muti in base alla presenza o assenza dell’amato.

Nella cultura antica greca si personificavano questi due diversi approcci tensivi nei due fratelli di Eros: Pathos e Himeros.

Pathos, allora, come desiderio dell’essere assente, mentre Himeros personifica la frenesia della vicinanza.

Evitare le trappole psicologiche.

Esistono numerosi e nuovi modi di amare.

Inutile cospargersi di promesse e dichiarazioni quanto più dimostrarsi l’amore ascoltandosi, che sia la chat o la videochiamata poco conta, conta l’intenzione di esserci per l’altro, anche se a “stretta” distanza.

Non mancheranno le tensioni e una sorta di sentimento di rabbia, è certo che la quarantena agisca da destabilizzatore, le incomprensioni però potrebbero arrecare più danno, quindi: dialogare.

Esprimere la propria rabbia ci aiuta a capirla e renderla innocua, piuttosto il silenzio che tutto ingigantisce.

“Remedia Amoris”, il poemetto didascalico di Ovidio, ci invita a non rimanere assorti nei sentimenti e dedicarci alla vita pratica, un suggerimento che fa storcere il naso ai più romantici, ma dal quale monito, possiamo trarre qualche buon suggerimento.

Quale?

Non concentriamo tutta la nostra attenzione sull’amato, stare bene con sé stessi è la chiave per irradiare anche l’altro.

Siamo in un momento di fragilità, prendiamone coscienza con lucidità.

Ne “Le notti Bianche “ Dostoevskij ci narra proprio di un amore nato su una promessa in un momento di disperazione e di nulla. Non sarà così se riempiamo le nostre ore, se modelliamo le nostre giornate sui nostri tempi e interessi, non daremo spazio, o almeno non troppo, alle preoccupazioni e all’angoscia senza che queste straripino sull’altro, travolgendolo.

Insomma se c’è bisogno di cambiare, cambiamo senza timore, potrebbe essere l’occasione per rinascere insieme.

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