Alimentazione

Olio extra vergine di oliva tutti i vantaggi per il cuore

L’ olio extra vergine di oliva è non solo un condimento salutare ma anche uno scudo protettivo per il sistema metabolico e la salute cardiovascolare.

L’olio extravergine di oliva contiene, infatti, Omega 3 e 6 oltre che carotenoidi come Luteina, Violaxantina, Neoxantina, beta carotene, beta cripto xantina e Luteoxantina.

Questa classe di sostanze organiche ricche di antiossidanti, rendono l’olio extra vergine di oliva un efficace alleato della salute dell’organismo che, grazie al suo supporto, riesce ben a proteggersi da invecchiamento cutaneo, malattie cronico degenerative e lo sostiene nella prevenzione di patologie della vista.

Uno studio italiano pubblicato sul sito Nutrition Foundation of Italy ha confermato i vantaggi per la salute metabolica complessiva grazie al consumo di olio di oliva, purché extravergine, cioè ricco di polifenoli.

La ricerca ha paragonato gli effetti sulla glicemia post-prandiale e sul profilo lipidemico di due pasti identici per calorie (700 circa), in cui l’unica differenza era l’aggiunta di 10 g (un cucchiaio da minestra) di olio extravergine di oliva.

I soggetti presi in esame, uomini e donne di età media 58 anni, sovrappeso o obesi, mostravano comunque il profilo glucidico che identifica il pre-diabete.

I risultati dell’analisi del sangue condotta prima del pasto e dopo il pasto dimostrano una differenza significativa e altamente favorevole tra i soggetti che avevano consumato il pasto a cui era stato aggiunto olio extravergine di oliva.

La glicemia post-prandiale di questi soggetti si è infatti ridotta del 20%, mentre la secrezione di insulina è aumentata del 40%. Quanto al profilo lipidemico, sono diminuite colesterolemia totale, trigliceridemia e livelli di Apo B-48.

Olio extra vergine di oliva, quindi, andrebbe scelto anche in sostituzione di oli tropicali, uno tra tutti l’olio di cocco, che invece, a differenza dell’olio tipico del Mediterraneo, non risulta efficace nella riduzione della circonferenza vita o del grasso corporeo rispetto ad altri grassi a base vegetale.

Il lavoro cui si fa riferimento, una ricerca pubblicata dalla rivista Circulation, rileva, infatti, l’aumento del colesterolo “cattivo”, l’Ldl, associato a una crescita del rischio delle malattie del cuore.

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