Società e Cultura

Povertà educativa in pandemia. La mappa Demopolis

La povertà educativa minorile è stata innescata dall’attuale situazione di pandemia a causa delle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria.

L’interruzione della continuità scolastica ha aggravato le situazioni di disagio sociale e aumentato i rischi di abbandono scolastico, acuendo la povertà educativa e le disuguaglianze sociali.

Queste sono soltanto alcune tra le tematiche emerse dall’indagine condotta dall’Istituto Demopolis per l’impresa sociale Con i Bambini, società senza scopo di lucro nata per attuare i programmi del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile in Italia.

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Il lavoro del “Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile” diventa, allora, non solo un report sulla situazione d’emergenza attuale ma acquista valore fondamentale affinché sia possibile promuovere e progettare politiche strutturali di contrasto alla povertà educativa.

Per la “Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza” che ricorre oggi 20 novembre, viene quindi proposta un’attenta analisi sui più giovani in crisi pandemica e le percezioni dell’opinione pubblica sul più ampio tema della povertà educativa minorile.

Su un campione di 3.360 intervistati per area geografica si rileva che in Italia le preoccupazioni dichiarate dai cittadini riguardano le dinamiche minorili: il 73% cita lo scarso apprendimento scolastico, preoccupazione cresciuta significativamente (+20 punti) rispetto alla rilevazione dello scorso anno, anche in ragione della prolungata chiusura delle scuole.

Il 69% stigmatizza la dipendenza da smartphone e tablet, dispositivi che hanno vissuto processi di ulteriore “sdoganamento”, fino ad essere a disposizione anche dei bambini più piccoli, con l’affermazione della didattica a distanza.

Quasi i due terzi degli italiani, intervistati da Demopolis per Con i Bambini, citano il rischio di isolamento e di riduzione della vita sociale a causa del Covid.

Ancora l’opinione pubblica individua nelle crescenti disuguaglianze e la marginalizzazione (49%) il problema maggiore nonché la riduzione degli stimoli nella crescita (47%) a seguito dell’emergenza Covid.

A causa dell’emergenza sanitaria gli italiani segnalano il peso crescente delle disuguaglianze fra i minori: il 72% ritiene che siano aumentate nell’ultimo anno, mentre solo un quinto non individua variazioni rispetto al 2019.

Il 39% sostiene che, rispetto ad un anno fa, con l’emergenza Covid- 19 e la chiusura prolungata delle scuole, gli stimoli extra scolastici nella crescita dei minori siano oggi più importanti, dato che raggiunge il 49% fra i genitori di figli minorenni, e si impenna al 72% fra i rappresentanti del Terzo Settore.

“La scuola è chiamata alla sfida di andare oltre i fondamentali dell’insegnamento” si scrive nel report presentato in anteprima e che sarà reso noto alle 15.30 “Ma – continuano gli autori- non può avere l’esclusiva in tema di sviluppo delle nuove generazioni”.

Secondo l’indagine dell’Istituto Demopolis per l’impresa sociale Con i Bambini, oggi appena il 28% degli intervistati concorda sull’assunto che la scuola sia l’unica istituzione deputata alla crescita dei ragazzi.

Per il 67% degli italiani la responsabilità dei minori è di tutta la comunità.

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