Le balbuzie, così come definite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono un disordine nel ritmo della parola a causa del quale la persona che ne soffre, pur sapendo esattamente cosa vorrebbe dire, non è in grado di concludere la frase a causa di arresti nell’articolazione delle parole, ripetizioni e/o prolungamenti di suoni a carattere involontario.
“La gravità della balbuzie può variare nella stessa persona nel corso della giornata e può rappresentare una causa di disturbo nelle relazioni sociali poiché la persona balbuziente, in genere, cerca di evitare le situazioni in cui possa emergere la sua difficoltà a parlare in modo fluido” così come descrive in una nota l’Iss, Istituto Superiore di Sanità.
Il 22 ottobre ricorre la Giornata Internazionale delle balbuzie, un problema che ha riscontrato un peggioramento causato, nei ragazzi, dalla Didattica a Distanza, così come chiarisce la Onlus Psicodizione.
Questo disordine linguistico si manifesta in un ampio ventaglio di modi: dai prolungamenti delle parole o veri e propri arresti durante il discorso.
“La capacità di parlare in modo fluido deriva dal coordinamento dei muscoli coinvolti nella respirazione, nella produzione del suono (fonazione) e nel movimento di gola, palato, lingua e labbra (articolazione del suono).”
L’insieme di questi movimenti muscolari, generalmente, è controllato in maniera automatica dal cervello e monitorato dall’udito.
L’inizio della balbuzie si manifesta durante lo sviluppo del linguaggio cioè tra i due e cinque anni di età, quando il bambino passa dalla pronuncia di poche parole all’uso di frasi più complesse.
Successivamente, questo disordine linguistico diminuisce gradualmente fino a scomparire completamente, nella maggior parte dei bambini, durante il processo di crescita; alcuni, tuttavia, continuano a balbettare.
Studi di genetica hanno evidenziato che una certa predisposizione alla balbuzie può avere carattere ereditario con una probabilità in qualche modo maggiore nei maschi.
Tuttavia, in un buon numero di bambini balbuzienti, non si riscontra la presenza del disturbo nell’ambito famigliare.
Per una corretta diagnosi e terapia, bisognerà rivolgersi al pediatra che una volta accertata la reale difficoltà del bambino a parlare in modo fluido, potrebbe prescrivere una visita presso uno specialista in disturbi del linguaggio (logopedista).
Lo specialista valuterà anche le possibilità che il disordine linguistico possa migliorare o persistere, considerando anche se il disturbo si è già manifestato tra i familiari, la durata e gravità della balbuzie e la presenza, o meno, di altri disturbi del linguaggio.
La natura delle terapie per la balbuzie differisce in base all’età, alle capacità comunicative e ad altri fattori.
La maggior parte degli interventi terapeutici si focalizza sul controllo del ritmo della respirazione e dello stress al fine di raggiungere un graduale progresso dell’articolazione del linguaggio.
In Usa, sono circa 3 milioni i ragazzi che balbettano.
Circa il 5-10% di tutti i bambini balbetta per un certo periodo della loro vita, che dura da poche settimane a diversi anni.
I ragazzi hanno da 2 a 3 volte più probabilità di balbettare rispetto alle ragazze e con l’avanzare dell’età questa differenza di genere aumenta.
Circa il 75% dei bambini guarisce dalla balbuzie.
Leggi anche: FOCUS PEDIATRIA Incidenti domestici e intossicazione. Parla il medico