Società e Cultura

Consumo di alcol in Italia: i dati

A Roma è in corso la conferenza nazionale sul consumo di alcol in Italia che, alla sua seconda edizione, prende il titolo di: “Informare, educare, curare: verso un modello partecipativo ed integrato dell’alcologia italiana”.

La seconda conferenza sul consumo di alcol in Italia è stata organizzata e promossa dal Ministero della Salute, e rappresenta un momento di confronto tra istituzioni e realtà associative sul tema alcologico.

La conferenza sul consumo di alcol in Italia, in corso e che terminerà domani 17 marzo, sarà trasmessa in diretta streaming all’indirizzo www.salute.gov.it e su tutti gli altri canali ufficiali del Ministero della Salute.

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L’Istituto Superiore di Sanità e ONA, che partecipano alla conferenza nazionale alcol, hanno prodotto alcuni documenti relativi al consumo di alcol in Italia, indagando su aspetti specifici delle tematiche alcol-correlate “al fine di favorire un’adeguata informazione e una cultura di prevenzione basata su livelli più elevati di consapevolezza e di responsabilità individuale e sociale e di tutela della salute”. 

consumo di alcol in Italia

 In Italia, nel 2020, in piena pandemia di COVID-19, si è rilevato 8,6 milioni di consumatori di alcol a rischio, nel dettaglio 22,9% maschi e 9,4% femmine, con un incremento annuale complessivo del 6,6% e del 5,3%, rispettivamente per i due sessi.

I dati sul consumo di alcol in Italia riguardano soprattutto target di popolazione più vulnerabili: i minori – 760.000- e anziani – 2.600.000- che risultano le fasce di età di maggiore criticità.

In aumento margini di criticità relativi al sesso femminile, si riscontra un aumento

del consumo tra le minorenni: tra 16 e 17 anni la frequenza delle consumatrici a rischio (40,5%) raggiunge quella dei coetanei maschi (43,8%), tra 11 e 15 anni 10 minori su 100 sono a rischio.

consumo di alcol in Italia

In pratica i dati relativi al consumo di alcol in Italia raddoppiano per il sesso maschile che rileva un incremento del 53,8% rispetto al biennio precedente.

“Il consumo di quantità dannose di alcolici identifica clinicamente un Disturbo da Uso di Alcol (DUA) “in necessità di trattamento” che, secondo le indicazioni (DSM-5) di corretta gestione e pratica clinica, richiederebbe immediati interventi sanitari”.

Continua il documento pubblicato dall’ISS: “I servizi territoriali per le dipendenze hanno registrato solo poco più di 64.000 utenti in carico nel 2020, meno dell’8 % degli 830.000 attesi, consolidando una rilevante disuguaglianza di salute che riporta ai livelli di 10 anni fa una grave condizione di dipendenza.

La pandemia di COVID-19 ha determinato ulteriore marginalizzazione e stigma per il 92% di consumatori dannosi che ad oggi non hanno richiesto o avuto accesso al trattamento per sofferenza del sistema e per mancata intercettazione da parte delle strutture del Servizio sanitario nazionale”.

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