Società e Cultura

Medici senza frontiere: come aiutare l’Ucraina

Lo scoppio del conflitto armato il 24 febbraio tra Russia e Ucraina e la conseguente emergenza sanitaria in Ucraina allertano la società civile italiana che ha attivato la macchina della solidarietà per tutte le vittime di guerra.

Medici senza frontiere è tra le Onlus presenti sul territorio ucraino in supporto sanitario a ospedali e cittadini cui possiamo rivolgerci per operare concretamente in sostegno della popolazione in guerra.

Il corridoio umanitario opera al confine con l’Ucraina e sul territorio di Kiev come supporto a tutti coloro che tentano di sfuggire al dramma di un conflitto armato.

Medici senza frontiere supporta l’attività di medici e operatori sanitari, e ha inviato un team di operatori umanitari in sostegno della popolazione.

Nella città di Mariupol, teatro dei bombardamenti russi, i civili sono bloccati in città senza acqua, senza elettricità e senza la possibilità di comunicare via telefono.

Anche il cibo e i farmaci scarseggiano.

La zona della Moldavia, così come spiega in un comunicato Carla Melki, coordinatrice dell’emergenza di Medici senza frontiere, parte della popolazione è fuggita da Odessa verso il confine moldavo.

Rimanere a Odessa è complicato, spiega ancora la Melki per Medici senza frontiere, a causa degli ingorghi nei pressi dei numerosi posti di blocco delle forze di sicurezza ucraine.

Il coprifuoco notturno e il suono delle sirene, negozi chiusi, carburante razionato, vietata la vendita di alcolici.

Odessa si prepara a un attacco e un assedio.

Un milione di abitanti, e terza città più grande dell’Ucraina, è uno dei porti più strategici del paese.

Come si sta preparando il sistema sanitario di Odessa all’offensiva russa?

“Abbiamo visitato gli ospedali che accoglieranno i civili feriti.

Sono ospedali grandi, di buon livello, ben attrezzati, ma non abituati a far fronte a massicci afflussi di feriti di guerra.

È come se in Francia o in Italia gli ospedali si preparassero a curare feriti di guerra.

È molto difficile avvicinarsi a questo aspetto della medicina solamente con la teoria, serve esperienza pratica”.

La maggioranza del personale sanitario ha deciso di rimanere in città.

medici senza frontiere

Si teme una carenza di farmaci?

“Il sistema sanitario è già stato sconvolto dalla guerra e le catene di approvvigionamento ne stanno risentendo.

Ad esempio, la consegna di pasti caldi ai pazienti ospedalieri è stata interrotta.

A causa dei combattimenti non sono arrivate le consegne dalla città di Mykolaiv, da dove partono di solito.

Stiamo valutando se sostenere gli ospedali fornendo pasti pronti per i pazienti.

Alcuni farmaci iniziano a scarseggiare e non è possibile ordinarli attraverso i consueti canali perché i rifornimenti non bastano per tutto il paese.

Ogni regione o grande città cerca di trovare alternative”.

In Moldavia sono già circa 120.000 rifugiati dall’Ucraina.

medici senza frontiere

Per i residenti della regione di Odessa, il confine più vicino da attraversare è Palanca a circa due ore di auto dalla città, ma attualmente si impiegano più di 24 ore per attraversare la frontiera.

Le temperature sono molto rigide e oltre a stanchezza ed ansia, molte persone soffrono perché affette da malattie croniche non trattate.

Una volta arrivate al confine, molte persone hanno immediata necessità di cure mediche.

“Vogliamo creare un centro di salute in collaborazione con il Ministero della Salute moldavo, in modo da garantire prime cure mediche in un ambiente sicuro e al caldo.

Sul lato del confine moldavo le autorità hanno creato delle aree di accoglienza perché i rifugiati impiegano anche diverse ore per trovare un mezzo di trasporto per raggiungere la capitale Chisinau o spingersi oltre.

Anche qui Medici senza frontiere vuole creare un piccolo centro dove fornire supporto psicosociale, soprattutto per i più vulnerabili”.

Medici senza frontiere vorrebbe supportare la creazione di centri medici con piccole sale chirurgiche per dare un primo soccorso medico ai feriti prima di trasferirli in ospedale.

“Inoltre, vorremmo aiutare a garantire la fornitura dei farmaci per evitare carenze di medicinali”.

È possibile donare alla onlus sul sito www.medicisenzafrontiere.it

 

 

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