Società e Cultura

Gravidanza e tutela lavorativa

Gravidanza e tutela lavorativa è un tema che torna a tuonare dopo l’intervento della stilista Elisabetta Franchi all’evento “Donne e moda: il barometro 2022”.

In psicologia con il termine “gravidanza” si indica la condizione esistenziale che va dal concepimento al parto.

Essa rappresenta un lasso di tempo davvero unico e speciale che comporta profondi e radicali mutamenti nella vita d’una donna e in quella della coppia.

In termini psicologi è utile predisporsi all’idea che, come ogni altro evento portatore di grandi cambiamenti, anche la gravidanza richiede la destrutturazione di vecchi modi di pensare e d’agire – rompere con il passato – per poi avviare una ristrutturazione di nuovi e più consoni modelli mentali e comportamentali.

Un periodo di profonda trasformazione emotiva che mette in evidenza anche il legame tra gravidanza e tutela lavorativa, poiché necessita di stabilità esterna data la trasformazione interiore in atto.

gravidanza e tutela lavorativa

Le parole di Elisabetta Franchi non rassicurano il genere femminile sul tema della gravidanza e tutela lavorativa, la stilista, infatti, ha dichiarato di assumere su ruoli dirigenziali solo donne sui 40 anni in quanto estranee alle problematiche della conciliazione vita personale-lavoro.

Insomma il nodo tra gravidanza e tutela lavorativa si aggroviglia.

Se in Italia l’82% dei dirigenti sono di sesso maschile, nel comparto privato c’è un divario retributivo del 17%.

Le imprese al femminile (fondate da donne) rappresentano appena il 22%, e nel 2021 le donne hanno guadagnato ogni mese 428 euro in meno di pensione rispetto agli uomini.

E se la maternità continua essere la principale causa dell’ abbandono del posto di lavoro, le condizioni di lavoro che prevedono una retribuzione lorda 5.700 euro in meno dopo 15 anni dalla nascita del figlio rispetto alle donne senza figli, allora ecco che il discorso si complica.

gravidanza e tutela lavorativa

La dottoressa Manuela Marcucci, sulla rivista PNL Psicologi scrive come: “Nell’opera di ri-programmazione della vita personale e di coppia è necessario poter valutare criticamente ciò che si ha a disposizione – in termini di risorse umane e strumentali – per poter realizzare il nuovo disegno esistenziale”.

È chiaro che confrontando i due quadri, quello esistenziale e quello professionale, ci troviamo di fronte a una forte discrepanza d’intenti, che peggiora il rapporto gravidanza a tutela lavorativa.

Di fronte alle incertezze femminili del mondo lavorativo che rifiuta il suo desiderio esistenziale di maternità, ecco che sorgono poi difficoltà di coppia e di piani d’esistenza.

“La gravidanza, affrontata con una adeguata disposizione psicologica, si rivela l’esperienza umana che fornisce una delle più importanti occasioni d’ autorealizzazione e progressione evolutiva” conclude la Marcucci.

 

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