Medicina

Conseguenze dell’emicrania sul comportamento

Le conseguenze dell’emicrania sul comportamento riguardano essenzialmente alcune sfere della psicologia dei pazienti: disturbi del sonno, depressione e ansia.

Tra le principali cause di disabilità tra le persone in età lavorativa e patologia che implica un forte dispendio finanziario: costi diretti e indiretti dovuti all’utilizzo delle risorse assistenziali e alla perdita di produttività, l’emicrania cronica colpisce fino al 4% della popolazione.

Uno studio pubblicato dal Journal of Headache and Pain, si è posto l’obiettivo di indagare l’associazione tra emicrania e varie comorbidità e, nel dettaglio, le conseguenze dell’emicrania sul comportamento.

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Parliamo di conseguenze dell’emicrania sul comportamento in quanto, vi è un’elevata percentuale di pazienti che riferiscono sentimenti di ansia, preoccupazione e tristezza, emozioni che condizionano il loro modo di vivere e l’atteggiamento verso gli accadimenti del vivere quotidiano.

conseguenze dell'emicrania sul comportamento

E se è vero che si segnala una certa relazione bidirezionale tra depressione maggiore ed emicrania, d’altro canto è pur vero che non tutti i pazienti con emicrania hanno una storia ben definita di comorbidità psichiatriche.

Scrivono i ricercatori: “Negli ultimi anni sono stati compiuti grandi progressi nel trattamento farmacologico dell’emicrania, ma permangono ancora bisogni assistenziali insoddisfatti dei pazienti, a causa della scarsa consapevolezza tra i professionisti sanitari dell’impatto dei fattori psicologici sulla disabilità correlata all’emicrania”. 

Arriva un monito dagli autori dell’analisi, rispetto al grado di attenzione odierno sull’emicrania come disturbo bio-psicosociale, in cui diversi elementi psicologici, tra cui ansia, catastrofismo del dolore e tendenza ad adottare stili decisionali specifici basati sui tratti della personalità, possono contribuire alla disabilità complessiva.

conseguenze dell'emicrania sul comportamento

L’analisi sulle conseguenze dell’emicrania sul comportamento ha interessato un gruppo di 181 pazienti (cioè, 65 con emicrania cronica, il 36% del campione, e 116 con emicrania episodica il 64% del campione).

L’ipotesi di studio era una diversa distribuzione dei fattori comportamentali nei pazienti con emicrania episodica rispetto a quella cronica, “abbiamo sottogruppi l’intero campione di pazienti confrontando i pazienti con EM (emicrania episodica) con i pazienti con CM (emicrania cronica).

I pazienti EM sono stati selezionati in base alla distribuzione per età.

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Infine lo studio sulle conseguenze dell’amicrania sul comportamento ha interessato un gruppo di 65 donne sane (età media ± SD 43,5 ± 9,0) che soddisfacevano gli stessi criteri di inclusione”.

Dall’analisi è emerso che esiste una comune mentalità nei soggetti con emicrania episodica e cronica di ansia, scarso sonno e catastrofizzazione, “più comunemente riconosciuta negli individui con emicrania che nei soggetti sani”.

Le conseguenze dell’emicrania sul comportamento dei pazienti influenza, in primo luogo, la sfera del comportamento del sonno, la dimensione affettiva e una tendenza a sperimentare i fatti sconosciuti della vita come minacciosi.

“La scoperta che il sonno scarso, i sentimenti di ansia e il pensiero catastrofista si trovano più facilmente in associazione con l’emicrania spinge a riflessioni sulla connotazione dell’emicrania come stato cerebrale vulnerabile, che può essere influenzato da fattori di stress comportamentali e psicosociali quotidiani”.

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