Società e Cultura

Il teatro di Angela Di Maso: l’etica e la provocazione

Consacrato da critica e pubblico, il teatro di Angela Di Maso propone e sviluppa personaggi ricchi e complessi all’interno di strutture psico – sociali al limite della distopia pur traendo tra le sue storie, anche fatti e persone della realtà.

L’infelicità e la congiuntura storica attuale fanno del teatro di Angela Di Maso un racconto dotato di un’estetica strutturale che può e sa toccare lo spettatore attraverso l’intreccio di parole rappresentabili della vita e dell’azione.

Come nasce il teatro di Angela Di Maso?

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teatro di Angela Di Maso

Drammaturga, polistrumentista e regista teatrale, Angela Di Maso ci racconta esordi, riconoscimenti e progetti a ridosso della ristampa di Brutta, dramma in un atto edito da Divergenze Editore.

Come nasce il teatro di Angela Di Maso?

In realtà il mio percorso teatrale nasce dalla musica, un’evoluzione che non era prevista. Concertista, mi accadde di poter tramutare quel canto medievale in un racconto teatrale. Trascrissi quello che fu un intuito, senza aspirazioni o un senso specifico. Decisi allora di iscrivermi a un corso teatrale guidato da Gaetano Oliva, primo attore e allievo di Grotowski. Terminata la formazione di conduzione attoriale e regia teatrale, iniziai a inviare i miei lavori a molti concorsi teatrali, vincendoli quasi tutti. Accanto alla musica, quindi, il teatro via via, vi si affiancava parallelamente. La nascita di compagnie, non una stabile, e il confronto continuo con il grande teatro, mi sento beckettiana, amo Pinter, Annibale Ruccello, Sarah Kane passando per Molière, Goldoni, Eduardo De Filippo.

teatro di Angela Di Maso

Il teatro di Angela Di Maso, basti pensare a opere come Il Catalogo, Ecce Virgo e Cuore, sembra sia in grado di attivare una serie di riflessioni nello spettatore sui problemi della società o comunque, su alcuni atteggiamenti umani su alcuni fatti della società.

La mia poetica è tesa al racconto della nostra società, mi reputo un’attenta osservatrice dell’animo umano, arrivando ai suoi estremi. Pupi Avati che ha scritto la prefazione al mio libro “Teatro” ha parlato proprio di psicoanalisi, col fine, però, di migliorare.

I testi e la messa in scena vogliono potare lo spettatore in una sorta di specchio, mettendo in atto una vera e propria Catarsi, purificandosi e tendendo al bene, inteso come virtù alla maniera socratica e platonica.

Il teatro di Angela Di Maso, è un teatro etico?

Si, assolutamente.

Non sono un’autrice affezionata alla sua scrittura, laddove c’è bisogno di un passaggio da modificare e /o cancellare in favore della messa in scena, sono la prima a tagliare.

 È una poetica che voglio donare perché l’Altro entri in una sorta di ipnosi dalla quale esce soltanto al termine dello spettacolo. Lo spettatore vorrei tornasse dopo lo spettacolo modificato, anche commuovendosi, insomma purché sia toccato nel sentimento.

Il teatro di oggi secondo la tua esperienza è in buone mani?

Purtroppo devo dire no, tristemente in mano alle lobby. Altri stati riconoscono al drammaturgo un ruolo di rilievo, in Italia non è così.

Beckett direbbe: “Che fa solo male”.

Beckett aveva sulla sua scrivania un testo di Majakovskij che ti recito: “A cosa serve se mi salvo solo io?”.

Guarda il video: Teatroterapia: la creatività che cura

 

 

 

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