Assistere una donna nel percorso di nascita rappresenta un vuoto teorico e legislativo della realtà socio – sanitaria italiana.
A rilevare la gravosa lacuna nel percorso di nascita in Italia è il Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute (Cnapps) dell’Istituto superiore di sanità, che pubblica un comunicato per diffondere la notizia.
In altre parole, secondo quanto comunicato dal Cnapps, in Italia per l’80% dei casi monitorati dall’indagine, non si dispone nei Dipartimenti di salute mentale, di uno specifico protocollo di assistenza al percorso di nascita.
Il monitoraggio Iss ha coinvolto finora (il progetto si concluderà a maggio) nove Regioni e una Provincia autonoma (Pa) per un totale di oltre 500 professionisti, ha previsto la raccolta di dati in tre ambiti: la qualità percepita durante il percorso nascita da parte delle donne che partoriscono, la promozione della salute mentale materna dalla gravidanza al periodo postnatale e il supporto alla genitorialità offerto dai servizi e dai professionisti sociosanitari.
Tuttavia il 90% delle donne intervistate riferiscono una buona esperienza di percorso di nascita e come i consultori familiari siano luoghi di riferimento per promozione e tutela della salute mentale durante il percorso di nascita.
Il documento rileva ciononostante, alcune criticità in tema di informazione e tutela del nascituro: il 31% ritiene sicura l’assunzione di una piccola quantità di alcol – un bicchiere di vino – in gravidanza.
Più del 40% dei pediatri non informa sempre i genitori sui rischi legati all’assunzione di alcol durante l’allattamento e l’11% ritiene che la depressione materna scompaia senza necessità di trattamento.
Il questionario è stato somministrato a 3.642 donne, tra maggio e ottobre 2022, che hanno partorito in 16 punti nascita coinvolti nel progetto coordinato dal Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute (Cnapps) dell’Iss: “Rilevazione dei percorsi preventivi e assistenziali offerti alla donna, alla coppia e ai genitori per promuovere i primi 1000 giorni di vita, anche al fine di individuare le buone pratiche, i modelli organizzativi e gli interventi adeguati”.
Il progetto socio – sanitario è promosso e finanziato dal Ministero della Salute.