Quando è il caso della gentilezza?
In altri termini la gentilezza è un atteggiamento empatico e proattivo oppure una pratica di auto svilimento?
Questo il dibattito in corso che apre il caso della gentilezza in psicologia.
Protagonista di campagne di promozione come pratica salutare e additata come sintomo di poca autostima, indagare sul caso della gentilezza è un focus della ricerca contemporanea.
Ad aprire il caso della gentilezza un articolo apparso su Psychological Bullettin che evidenzia come compiere atti di generosità aumenti la felicità e il benessere e come sia persino collegato a benefici per la salute fisica, tra cui l’abbassamento della pressione sanguigna.
Che si tratti di piccoli atti, come tenere la porta per uno sconosciuto, accarezzare un animale o portare il caffè a un collega, sia favori più grandi, come aiutare un amico a traslocare, possono avere un impatto, ha detto Sonja Lyubomirsky, PhD, professore di psicologia e direttore del laboratorio di attività positive e benessere presso l’Università della California, Riverside.
È stato dimostrato che il comportamento prosociale nei confronti di amici, estranei e sé stessi, e persino l’osservazione o il ricordo di atti gentili, aumenti il benessere.
Non tutti gli atti di generosità sono uguali.
Dare direttamente a una persona offre un’opportunità di connessione sociale particolarmente vantaggiosa.
Le persone traggono anche maggiori benefici dal comportamento gentile quando hanno scelto di essere gentili, piuttosto che essere obbligati a farlo, e quando sentono che le loro azioni hanno avuto un impatto positivo (Journal of Economic Behavior & Organization , Vol. 88, 2013 ).
Per sostenere gli sforzi consapevoli verso la gentilezza, APA ha partecipato alla campagna BeKind della Born This Way Foundation (BTWF), un’organizzazione senza scopo di lucro co-fondata da Lady Gaga che sostiene la salute mentale dei giovani.
BTWF ha esplorato il modo in cui i giovani definiscono e praticano la gentilezza attraverso la sua ricerca Kindness is Action e ora sta lavorando per promuovere atti di generosità, una chiave per relazioni sane, rendimento scolastico e senso di sé tra i giovani.
Altre voci sul caso della gentilezza le incontriamo in quella di James Clear autore del best seller Amazon “Piccole abitudini per grandi cambiamenti”, Faith Harper (edizioni Pienogiorno) o ancora Jenny Messerle, autrice di “I am a golden Buddha. A journey from self criticism to inner peace” una guida -manuale su come trasformare la propria vita di autocritica in una vita di auto-apprezzamento e pace interiore.
In altre parole, il filo rosso che intercorre tra questi autori è l’importanza dell’attenzione verso la svalutazione di noi stessi che si camuffa come un atto di gentilezza.
La costruzione di rapporti equilibrati passa necessariamente, secondo questi autori, sul valore che diamo a noi stessi e di come comunichiamo con gli altri.
Potremmo porre un’ulteriore questione: la stima verso noi stessi dipende così tanto dagli altri?
Ma questo è un altro caso su cui discutere.
Guarda la video intervista: Preparazione agonistica: tra fiducia e potere?