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Protezione solare, vitamina D e abbronzatura

La protezione solare può inibire la sintesi di vitamina D e l’abbronzatura?

Diversi studi internazionali dimostrano che l’utilizzo corretto della protezione solare durante l’esposizione al sole non compromette la sintesi di vitamina D e l’abbronzatura.

Nonostante il filtro solare, infatti, una minima percentuale di raggi ultravioletti (UVB) arriva comunque alla pelle ed è sufficiente ad attivare la sintesi di vitamina D e a stimolare la melanina per un’abbronzatura senza rischi.

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Nel dettaglio, la protezione solare ad ampio spettro (per UVA e UVB) con fattore di protezione 15 protegge dal 93% dei raggi ultravioletti, mentre una crema 30 o 50 filtra rispettivamente circa il 97 e il 98% di ultravioletti.

Per un’abbronzatura sicura, la protezione solare va distribuita generosamente su tutte le parti del corpo esposte al sole e va applicata ogni due ore circa.

Non vanno comunque sottovalutati i rischi di un’esposizione al sole poco attenta. “Gli effetti negativi dei raggi solari ultravioletti come ustioni ed eritemi, soprattutto per i soggetti con la carnagione chiara, possono essere prevenuti da un’efficace protezione solare (30 o 50) evitando l’esposizione nelle ore centrali della giornata, utilizzando indumenti e accessori protettivi – ci spiega la dottoressa Nevena Skroza specialista in dermatovenerologia e ricercatore universitario presso La Sapienza di Roma  – proteggersi dal sole è necessario per evitare i rischi a lungo termine come l’invecchiamento cutaneo e i tumori della pelle”.

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Bene dunque prendere il sole in maniera sicura, senza rinunciare all’abbronzatura e ai benefici della vitamina D per la salute delle ossa, per il funzionamento del sistema immunitario e per la regolazione dei ritmi circadiani.

Con l’alimentazione inoltre, è possibile consumare cibi che possono aiutare in minima parte a soddisfare il fabbisogno di vitamina D, tra cui tuorlo d’uovo, salmone, tonno, sgombro, sardine, fegato di manzo e olio di fegato di merluzzo.

Sull’integrazione di questa preziosa vitamina oltre alle linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità, si è espressa recentemente anche l’Agenzia Italiana del Farmaco: “Lo screening dello stato della vitamina D e l’integrazione orale, è raccomandato nei pazienti che seguono un’esposizione solare molto ridotta o del tutto assente a cause di problematiche quali reazioni allergiche al sole (disturbi da fotosensibilità), tumori della pelle o rischio di sviluppare tumori cutanei e che, pertanto, possono compromettere lo stato della vitamina D”. conclude la dottoressa.

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