Vivere Meglio

Sentirsi in vacanza è la vera vacanza

Sentirsi in vacanza sembra essere la prima regola per grandi e bambini per godersi le ferie.

Molti compiti scolastici estivi, vacanze studio, corsi di lingua, grandi e piccoli impegni per combattere la noia, ma sentirsi in vacanza è davvero così pericoloso e insidioso per l’uomo occidentale contemporaneo?

A chiederselo sono gli psicologi che con toni differenti, fanno però fronte sulla difesa della noia, anche e soprattutto quella estiva.

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Se sentirsi in vacanza è uno stato mentale è pur vero che la cultura occidentale si caratterizza per una dose di frenesia insostenibile e dominata da una logica del profitto che trasposta alla vita privata rischia di ottenebrare vitalità e attività ludiche.

La logica del profitto nel lavoro ha l’obiettivo di verificare e catalizzare le energie e le risorse, ma estesa depaupera le stesse.

Azadeh Aalai, Ph.D., assistente professore di Psicologia al Queensborough Community College di New York, scrive ed evidenzia come in una cultura come la nostra, la nozione di noia sia stata demonizzata.

“Tuttavia, la noia è spesso un catalizzatore per l’innovazione, l’immaginazione o anche solo per il riposo. Come individua Pearson :“A dosi moderate, la noia può offrire una preziosa attività di apprendimento, stimolando la creatività e problem-solving e motivare i bambini a cercare attività che ritengano significative per loro”.

La regola generale secondo la psicologia contemporanea, valida per adulti e bambini, è che sentirsi in vacanza si potrebbe tradurre nel potenziare le nostre attitudini e desideri privati spodestando il tempo dal suo orologio e vivere la giornata secondo il senso che noi le diamo.

sentirsi in vacanza

Ribadisce la psicoterapeuta americana: “Spesso, quando pensiamo di vivere una giornata con uno scopo o un significato, immaginiamo di dover compiere atti straordinari.

Mentre c’è sempre spazio per lo straordinario, un momento propositivo può anche essere guidato dalla consapevolezza e dall’intenzione di essere propositivo”.

sentirsi in vacanza

In altre parole l’interruzione del tempo strutturato e della vita lavorativa deve essere il momento della consapevolezza del tempo, che si rimanga a casa o che si parta per mete lontanissime, sentirsi in vacanza significherebbe potenziare le nostre risorse emotive e mentali.

Infondere senso al nostro tempo che non significa poltrire e non dedicarsi a nulla, ben venga un corso di lingua se aspettiamo l’estate per dedicare tempo ai nostri interessi, così come la vela, le escursioni subacquee o un corso di foraging alpino, ma che si rimanga fedeli alla nostra coscienza ludica e che si prosegua a velocità moderata.

Guarda la video intervista: Ci vuole un fiore… insegnare la Natura secondo Manuela Ruaben

 

 

 

 

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