In Italia soltanto quest’anno sono stati registrati oltre seimila sbarchi di rifugiati minorenni.
Come riferisce il rapporto dell’Unicef in occasione della giornata mondiale del rifugiato, dall’inizio dell’emergenza migratoria nel Mediterraneo centrale nel 2014 ad oggi sono arrivati oltre 100mila rifugiati minorenni non accompagnati in Italia.
L’Unhcr, l’associazione Onu per i rifugiati, conta che in generale sono scappate più di 19 milioni di persone in più rispetto allo scorso anno dalla loro terra per fuggire a fame e conflitti. Tra questi sono tanti i bambini e gli adolescenti che sono costretti ad abbandonare la loro casa e la loro famiglia cercando in Italia e in Europa una vita migliore e per costruirsi un futuro diverso.
Come spesso accade, sono loro a pagare maggiormente le conseguenze della migrazione poiché privati di infanzia e istruzione.
Le condizioni dei rifugiati minorenni, nonostante le norme internazionali e nazionali a tutela del rifugiato e del minore, spesso restano precarie e difficili. È necessario, secondo le organizzazioni, riflettere sul miglioramento dei sistemi di accoglienza e integrazione oltre all’urgenza di garantire una migliore tutela dei soggetti più vulnerabili quali i rifugiati minorenni e le donne che sono soggetti ad ulteriori rischi durante il percorso migratorio come violenza di genere e sfruttamento.
Parte fondamentale dell’integrazione per i rifugiati minorenni è l’istruzione di cui i bambini vengono privati nei loro Paesi. Spesso però rischia che non venga loro garantita nemmeno nei paesi di accoglienza a causa della mancanza di fondi e di mezzi.
Come sottolinea Save the Children nel suo rapporto “Il prezzo della speranza”, le risorse finanziarie sono scarse e questa criticità minaccia gravemente l’educazione e l’istruzione di milioni di bambini e di conseguenza compromette il loro futuro. Senza istruzione questi bambini rischiano di rimanere sempre ai margini delle società in cui arrivano.
Per questo motivo, l’Onu si è posta l’obiettivo di garantire l’accesso al 15% dei giovani rifugiati entro il 2030 – ora fermo al 6%. Nei primi mesi del 2023, ad esempio, in Italia sono stati rilasciati 360 attestati di comparabilità del titolo di studio ai rifugiati per permettere loro di continuare gli studi e poter accedere al mercato del lavoro.
La situazione migratoria è un tema abbastanza complesso e impone ai governi e alle associazioni una sfida piuttosto difficile. Il quadro è destinato a peggiorare nei prossimi mesi a causa dei conflitti presenti nell’Africa sub-sahariana, le crisi di governo e i disastri climatici che si riversano sulle popolazioni più deboli e in difficoltà.
L’Italia, in quanto Paese di frontiera dell’Ue, è il primo paese di approdo e chiede maggiore sostegno da parte dei paesi interni nel ricollocamento e nella gestione dei richiedenti asilo. Il nostro Paese e l’Unione europea stanno delineando una nuova politica migratoria e per far fronte alle criticità nel sistema di asilo e accoglienza insufficiente per i numeri in costante incremento.
I dati riferiti dal rapporto di Unicef, purtroppo, sono incompleti perché non tengono conto dei rifugiati minorenni in fuga dalla guerra in Ucraina e dei migranti che arrivano in Italia via terra attraverso la pericolosa rotta balcanica che non vengono registrati in modo sistematico.
L’attenzione viene posta maggiormente sulla rotta del Mediterraneo centrale anche a causa dei numerosi naufragi e tragedie che da anni si verificano in mezzo al mare imputabili alle organizzazioni illecite che con imbarcazioni di fortuna mettono a rischio la vita di chi intraprende questo pericoloso viaggio in cerca di migliorare le proprie condizioni.
“In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, l’UNICEF continua a chiedere percorsi sicuri e legali alternativi all’attraversamento in mare, operazioni di ricerca e soccorso coordinate; un rafforzamento dell’offerta nel sistema d’accoglienza e di soluzioni quali l’affido familiare” ha ribadito Nicola Dell’Arciprete, Coordinatore della Risposta in Italia dell’Ufficio UNICEF per l’Europa e l’Asia centrale, spiegando come non sempre i trasferimenti dagli hotspot corrispondono ad un adeguato sistema di accoglienza e asilo.
Il fenomeno dell’immigrazione e le complicazioni che si porta dietro a volte ci distoglie dal valutare i bisogni che queste persone hanno di sentirsi accolti, soprattutto i rifugiati minorenni. Per riportare luce su questo aspetto fondamentale, in occasione di questa giornata, l’associazione Refugees Welcome ha organizzato varie iniziative nelle maggiori città d’Italia per promuovere un’integrazione inclusiva e aperta.
Oggi a Napoli ci sarà “Un aperitivo insieme” mentre altri eventi sono stati organizzati a Milano, Roma e anche ad Ancona per ricordare i motivi per cui queste persone arrivano nel nostro Paese contrastando narrazioni ideologiche e politiche.