Società e Cultura

Donne del Sud più povere e depresse

L’Osservatorio nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane registra il disturbo depressivo come la malattia più diffusa nel Centro e Sud del Paese colpendo, in particolare, le persone con meno risorse.

Sono le donne la categoria più a rischio, donne del Mezzogiorno con un reddito inadeguato o senza reddito.

Le donne depresse tendono a una profonda autocritica rispetto a fatti che appartengono al passato e tendono a rilevare un umore depresso già dalla mattina, un umore caratterizzato da sbalzi durante il giorno e pensieri auto distruttivi, come scrive anche David Baldwin, psichiatra dell’University of Southampton e autore dell’articolo sull’ansia generalizzata su Uptodate, database specialistico Evidence Based operando una distinzione tra ansia e depressione.

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L’Università Cattolica del Sacro Cuore  sottolinea, in una sua ricerca operata per la giornata della salute mentale, che un peggioramento delle condizioni socio-economiche influisce notevolmente  sul disagio psicologico delle persone.  Non c’è da stupirsi, quindi, che in Italia i numeri della depressione siano in aumento soprattutto nella parte meridionale del Paese.

consumi più elevati di antidepressivi si registrano in Toscana, Liguria, Umbria mentre in fondo troviamo la Campania, la Basilicata, la Puglia, la Sicilia e il Molise.

I dati che si riferiscono al 2016 presentati dal Ministero della Salute, riferiscono una spesa per l’assistenza sanitaria territoriale psichiatrica pari a 3.6 miliardi.

La depressione in Italia colpisce tre milioni di persone eppure a preoccupare è proprio la distribuzione nella popolazione, poiché è evidente un’alta concentrazione di depressi nelle regioni più povere o comunque non in grado di garantire una stabilità lavorativo-economica alla popolazione.

La depressione, in sintesi, raggiunge picchi del 9.5 per cento in Umbria e in Sardegna con il 7.3 per cento.

Nel 2017 è risultata la percentuale più alta se comparata ai dati dell’Italia settentrionale, un 2.8 per cento nel Trentino-Alto Adige oppure in Lombardia con 4.3 per cento.

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