Esporsi al sole è un’abitudine raccomandata per il proprio benessere fisico e psicologico, ciononostante, è necessario, perché non si incorra in fastidi e problemi, rispettare la natura dell’epidermide e alcuni tempi d’esposizione per non stressarla.
L’abbronzatura è un processo che coinvolge i melanociti, cellule dell’epidermide che producono la melanina, un pigmento che colora la pelle così come capelli e occhi. Non solo, la melanina riesce a proteggere la pelle dai raggi ultravioletti, assorbendone le radiazioni e filtrando i raggi solari.
Perché il corpo inizi a produrre la melanina necessaria alla protezione cutanea, è necessario aspettare almeno tre giorni, in caso contrario, i raggi solari potrebbero nuocere alla pelle per cui si richiede, per evitare scottature e arrossamenti, una giusta foto-protezione.
Questa la regola generale, ovviamente esiste un distinguo necessario tra soggetti con una pelle più scura che contiene più melanina e che risultano meno sensibili a ustioni solari e soggetti con una pelle più chiara che richiede un’attenzione maggiore alla protezione solare.
Gli albini, per esempio, mostrano livelli minori se non assenza di pigmento nella pelle, fatto che non permette loro di produrre quantità normali di melanina.
Abbronzarsi, insomma, è un meccanismo abbastanza complesso non scevro da problematiche differenti, prima fra tutte la fotoallergia.
La fotoallergia si manifesta con eruzioni cutanee e prurito, essa rappresenta una risposta del sistema immunitario alla luce del sole.
Si conosce una varietà di allergie non trascurabili, la più diffusa è la dermatite polimorfa, si tratta di forme di risposta della pelle al sole dovuta a fattori ereditari, assunzione di farmaci o l’utilizzo di specifici prodotti chimici, come profumi e creme, che possono rendere la pelle più sensibile alle ore di esposizione al sole.
Per le persone con fototipo chiaro è necessaria una protezione mai inferiore a SPF 15, applicandola anche dopo aver fatto il bagno e senza dimenticare di ripetere l’operazione almeno ogni tre ore.
Tutti, però, dovrebbero proteggere la pelle dal sole, i raggi ultravioletti A (UVA), infatti, penetrando nella pelle, potrebbero modificare la struttura cellulare e farla invecchiare più velocemente.
Ma a causare irritazioni e bruciature sono gli ultravioletti B (UVB) che colpiscono la superficie della pelle. Per i primi giorni di sole, quindi, bisogna preservare la pelle con una protezione 50.
Poche e chiare precauzioni ma poco seguite dagli italiani, soprattutto dagli adolescenti che ritengono la protezione dal sole non necessaria.
Eppure un’esposizione al sole senza precauzioni potrebbe causare la comparsa del cancro alla pelle, lo spinalioma, una patologia anche aggressiva se non fermata in tempo.
Contrastare gli eccessi e conoscere le regole per una buona e salutare esposizione al sole, dunque, per godere di tutti i vantaggi del sole senza rischi. Il sole, infatti, aiuta efficacemente l’organismo nella sintesi della vitamina D prevenendo, in questo modo, malattie autoimmuni, patologie cardiovascolari e alcuni tipi di tumori.
La vitamina D rafforza le ossa, sistema immunitario e muscoli oltre che apportare benefici all’umore stimolando vitalità e concentrazione.
I raggi Uv insieme all’azione antibatterica dell’acqua marina aiutano il benessere della pelle anche per chi soffre di psoriasi e forme di dermatite.