Virus influenzale: è impennata
Il virus influenzale registra un’impennata di casi, in Italia, secondo l’ultimo rapporto InfluNet ben il 32% dei casi analizzati è positivo al virus influenzale.
Una primavera uggiosa e le temperature che stentano a salire favoriscono la circolazione dell’influenza.
Il rapporto InfluNet parla di una soglia epidemica con un livello di incidenza pari al 4,76% di casi su mille assistiti, dati che si riferiscono a quest’ultima settimana di marzo.
5.080.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza contro i 2.168.000 casi della scorsa stagione.
Il virus influenzale colpisce soprattutto i bambini, nel dettaglio bambini intorno ai 5 anni d’età.
Si tratta di una piccola ondata primaverile di un virus influenzale che trova nuovo vigore a causa degli sbalzi termici che stanno contraddistinguendo questa stagione.
“Nell’undicesima settimana di sorveglianza virologica del 2022 si registra un ulteriore incremento nella proporzione dei campioni risultati positivi per influenza (32%), rispetto alle settimane precedenti.
Nel complesso, dall’inizio della stagione 2021/2022, sono stati identificati 634 virus influenzali di tipo A e 5 di tipo B. Nell’ambito dei virus A, il sottotipo H3N2 è prevalente”.
L’incidenza del virus influenzale preoccupa, questa, infatti, cresce anche nelle altre fasce di età: 6,94 casi per mille nella fascia d’età 5-14 anni, 4,45 nella classe 15-64, 1,77 negli over-65.
L’influenza è una malattia respiratoria acuta causata da virus influenzale, ed è una malattia stagionale che, nell’emisfero occidentale, si presenta in prevalenza durante il periodo invernale.
Un documento relativo alla prevenzione e il controllo del virus influenzale pubblicato dal Ministero della Salute, raccomanda per effettuare una valida schermata contro quest’anomala ondata di virus influenzale, la vaccinazione anti-influenzale.
Le fasce d’età più a rischio influenza che sono individuate come esposte maggiormente a rischio complicanze sono quelle degli over 65, e coloro che sono in stretto contatto con anziani, a tutte le persone a rischio di complicazioni che hanno patologie croniche, le donne al secondo e terzo trimestre di gravidanza e il personale sanitario.
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