Società e Cultura

L’uomo senza passato: l’aphantasia

Con il termine aphantasia si indica una difficoltà nel rievocare scene del vissuto personale passato ma anche nel progettare azioni che si svolgeranno nel futuro.

Il problema dell’aphantasia riguarda un buon 5% della popolazione, così come scrive una ricerca australiana che la rivista Scientific Reports si è occupata di pubblicare.

Chiamata anche “cecità della mente”, l’aphantasia riduce notevolmente la varietà della composizione visiva dell’attività onirica poiché chi ne soffre dichiara di non percepire ricordi legati alle immagini.

La ricerca realizzata ha preso in esame un campione di 267 persone affette da aphantasia messe a confronto con due differenti gruppi di controllo raggiungendo così un numero complessivo di 400 persone.

Attraverso la somministrazione di otto questionari, le persone coinvolte nella ricerca hanno permesso che si indagasse sulla loro capacità di immaginare il futuro, abilità relative allo spazio, la capacità di rispondere a eventi stressanti.

La condizione problematica dell’aphantasia, secondo gli autori dello studio, potrebbe essere legata a fattori psicologici seppure dal campione si evince che questo caso specifico risulta valido soltanto per il 3% dei casi analizzati.

La condizione dell’aphantasia, agendo come fattore di riduzione mnemonica e visiva, complica la capacità di pianificare azioni future poiché il soggetto che ne soffre possiede un vissuto meno vivido e ricco, meno colorato e illuminato.

Questa condizione rallenta i processi cognitivi, è il caso delle operazioni matematiche che richiedono un’attenta capacità di visualizzare numeri prima ancora di scriverli sulla carta o come anche l’impiego della memoria di lavoro, l’attivazione del ricordo.

L’aphantasia potrebbe coinvolgere anche gli altri sensi traducendosi nell’impossibilità, da parte della persona interessata dal problema, a ricostruire rumori ed esperienze tattili provenienti dal passato e fornendo una descrizione limitata del vissuto personale che dovrebbe, invece, risultare animato dai colori e i suoni delle emozioni che il soggetto ha provato.

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