Medicina

Terapia del dolore: agire sul sociale

Il dolore acuto causa il ricovero di circa 10 milioni di italiani di cui il 78% per il mal di schiena, il 16% cefalea e per coliche renali il 5%.

La legge 38/2010 rappresenta una normativa specifica che regola la terapia del dolore, legge che pone l’Italia in una schiera ristretta di nazioni a esserne dotata.

La legge sulla terapia del dolore, infatti, riesce nella tutela di chi soffre in maniera cronica garantendo l’accesso a cure specifiche, in pratica, garantisce il diritto a non soffrire.

La sofferenza è un’insidia fisica ma che affonda le radici nella matrice sociale per cui si pone l’esigenza di agire non solo sulla patologia, ma anche, attraverso una buona ed efficace comunicazione tra medico e paziente, sulla sfera degli affetti.

L’umanizzazione delle cure è un processo che tratta la cura della persona come lotta alla sofferenza  in tutte le sue forme che siano episodiche o croniche.

L’assistenza alla persona è un servizio, in Italia gratuito, che si avvale anche del supporto della tecnologia, e agisce sul dolore con l’obiettivo di arginare il disagio che esso provoca.

Garantire una vita serena al paziente significa limitare la cognizione del dolore superfluo anche con terapie cognitivo-comportamentali perché sia trattato qualora si presentasse come sintomo.

In Italia, il dolore, colpisce 1 italiano su 5 con una media del 20% sulla popolazione italiana.

Nel dettaglio, la telemedicina, ancora poco diffusa, riesce a supportare il controllo del dolore in maniera non soltanto farmacologica ma assistendo dolori incontrollabili integrando trattamenti di medicina complementare.

I dati descrivono una condizione che interessa, almeno fino al 2015, un 60% di italiani che si è recato al Pronto Soccorso, i fattori di rischio prevalenti sono incidenti stradali, incidenti domestici e patologie gravi.

L’ Italian Pain reSEarch, con un uno studio, rileva che il 75% delle richieste di intervento del Medico di Medicina Generale siano per dolore a cause osteoarticolari ma anche dolore viscerale e cefalea per una percentuale totale del 12%.

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