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Resilienza il coraggio e la costanza del ripartire insieme

La resilienza ha una forte matrice sociale e collettiva, il superamento virtuoso di un fatto traumatico implica gli altri e la nostra capacità di costruire rapporti sociali collaborativi.

Questo soltanto uno tra gli aspetti analizzati nella risposta commentata di Anatolia Salone all’articolo di Ruth Feldman, ricercatrice presso l’Interdisciplinary Center di Herzliya, in Israele, e presso lo Yale Child Study Center, dell’Università di Yale, pubblicato sulla rivista World Psychiatry, e apparso sulla rivista della Società psicoanalitica Italiana.

L’approccio della Feldman è di natura multidisciplinare, recuperando in parte “un sapere psicopatologico e anche psicoanalitico per decenni quasi completamente era scomparso dalle pubblicazioni scientifiche del settore” scrive Anatolia Salone.

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Secondo l’autrice Feldman, la resilienza è probabilmente il fine ultimo della maturità umana e rappresenta il più importante obiettivo della scienza della prevenzione.

Le persone che sono in grado di affrontare le difficoltà della vita con coraggio e perseveranza e di mantenere prospettive positive in condizioni difficili godono di legami più intimi e di una più ampia cerchia di relazioni sociali, oltre ad essere maggiormente in grado di esprimere empatia e compassione per gli altri”.

Definire il segno distintivo di questo aspetto umano è stato il principale obiettivo di molti clinici e teorici, a partire da Freud.

La Salone, peraltro, individua, nelle ricerche contemporanee sulla resilienza, l’attenzione data ai processi di sviluppo psichico spiegando come gli individui resilienti non siano solo nati tali, ma come lo siano diventati in funzione di come sono stati cresciuti dall’ambiente.

Il documento prosegue sulla definizione della resilienza possibile soltanto ex post facto, cioè dopo che un trauma si sia verificato ed alcuni individui, rispetto ad altri, non abbiano sviluppato sintomi.

È tuttavia l’azione collaborativa che distingue la resilienza come capacità di superamento di un fatto scioccante, traumatizzante e che ci spinge a ricreare una solidità personale in comunicazione con il prossimo.

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