Un’alimentazione corretta si traduce non solo nella scelta consapevole degli alimenti ma anche nella capacità di porzionarli nel modo adatto.
La quantità del cibo che assumiamo, infatti, determina l’assunzione globale di energia rispetto al fabbisogno, soggettivo, giornaliero.
A parlarne, in una lunga intervista è Michele Sculati, Medico e Specialista in Scienza dell’Alimentazione per la rivista Nutrition Foundation of Italy.
È importante che la scelta della porzione sia corretta e adeguata a stile di vita, fabbisogno e caratteristiche individuali. Eppure la percezione delle porzioni, intese come quantità dei diversi alimenti da inserire nella rotazione settimanale nel contesto di una dieta variata, si è modificata nei decenni più recenti.
Le linee guida per una corretta alimentazione forniscono indicazioni precise su quantità e frequenze di assunzione, anche se a volte appaiono poco aderenti alla realtà quotidiana.
L’uomo, al pari degli altri mammiferi, tenderebbe ad assumere più cibo di quanto ne abbia veramente bisogno, porzioni abbondanti, rendono difficile lo “smaltimento” se così possiamo dire.
Sculati esegue una differenziazione importante sulle porzioni da trent’anni in qua, notando come si siano ingigantite, anche nei luoghi della ristorazione.
“In Italia, l’esempio classico è quello della pizza: fino a tutti gli anni ’80, una pizza tonda media pesava attorno ai 250 grammi; condita con olio, pomodoro e mozzarella forniva circa 700 calorie.
Oggi la pizza margherita media pesa circa 350 grammi, il 35% in più.”
Secondo le tabelle BDA-IEO (Banca Dati di composizione degli Alimenti dell’Istituto Europeo di Oncologia) questa pizza fornisce 970 calorie o più, per non parlare del sale in eccesso (ne fa fede la sensazione di sete successiva) e dei carboidrati ad alto indice glicemico (chi soffre di diabete di tipo 1 deve quasi raddoppiare l’apporto di insulina).
Anche i LARN (Livelli di Assunzione Raccomandati di energia e Nutrienti), pubblicati nel 2014, indicano come porzione una pizza da 350 grammi, accettando un dato di fatto.
La ricerca nutrizionale conferma non soltanto che il concetto di porzione media nella popolazione è del tutto eterogeneo, ma anche che la consapevolezza delle quantità di consumo è cruciale nell’orientare il comportamento alimentare e di conseguenza un’alimentazione corretta.
Ma lo stesso discorso vale per una porzione di latte, un bicchiere, pari a 125 ml, anche in questo caso si discosta molto dalla realtà.
La pasta: la porzione suggerita è pari a 80 grammi e su questa quantità torna la maggior parte delle diete ipocaloriche.
Comunemente, però, se ne consuma una porzione un poco maggiore, a casa e ancor più al ristorante.
Il vino, un’alimentazione corretta prevede una porzione di vino indicata dalle linee guida pari a 125 mL, ma la percezione della quantità che corrisponde a 125 mL non è così semplice come sembra.
Se ci riferiamo a un bicchiere da cucina medio, 125 mL corrispondono a poco più della metà; sono solo i bicchieri da degustazione ad avere l’indicazione incisa sul vetro e corrispondente a 125 ml.
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