Medicina

Processo creativo visivo: un concerto di connessioni

Il processo creativo visivo come pianificazione di un’opera d’arte influenzerebbe la connettività tra le regioni coinvolte.

Le regioni coinvolte nella rete connettiva sarebbero quelle del pensiero divergente, che crea nuove idee, e la rete di controllo esecutivo, coinvolta, invece, nella valutazione e nella selezione delle idee.

La ricerca condotta dai ricercatori Nicola De Pisapia, Francesca Bacci, Danielle Parrott e David Melcher e pubblicata dalla rivista “Scientific Reports” ha mostrato come gli artisti utilizzassero immagini visive in modo più vivido rispetto ai non artisti.

La ricerca sui processi creativi ha preso in esame un campione di 24 partecipanti (14 maschi, 10 femmine) che sono stati abbinati per età e istruzione tra i gruppi sperimentali e di controllo.

I partecipanti erano tutti destrorsi e non avevano una storia di farmaci o malattie neurologiche.

Il gruppo sperimentale era composto da 12 artisti professionisti le cui tecniche principali includevano il disegno; il gruppo di controllo era composto da 12 non artisti, la cui professione e abilità non erano legate al disegno.

Gli artisti professionisti sono stati reclutati attraverso il Museo d’Arte Moderna (MART) di Rovereto (Italia), mentre i controlli (artisti non professionisti) sono stati reclutati attraverso la pubblicità locale.

Abbiamo misurato la connettività funzionale con la risonanza magnetica funzionale (fMRI) durante tre diverse condizioni: riposo, immagini visive dell’alfabeto e pianificazione di un’opera d’arte da eseguire immediatamente dopo la sessione di scansione scrivono i ricercatori.

Le analisi hanno riscontrato una maggiore connettività tra le aree della rete in modalità predefinita e dell’EN, la rete di controllo esecutivo coinvolta nella selezione delle idee, durante l’attività creativa e questa differenza è stata migliorata negli artisti professionisti.

Risultati che suggeriscono come la creatività implichi un equilibrio esperto di due reti cerebrali tipicamente viste come in opposizione.

La storia delle culture ci mostra come l’uomo abbia da sempre creato arte visiva.

Gli ultimi anni di ricerca mostrano come le basi neurali della creatività, compresa la creatività artistica, siano diventate un argomento di interesse.

Lo studio citato ha studiato le basi neurali del processo creativo visivo sia con artisti professionisti che con un gruppo di partecipanti al controllo, e i risultati suggeriscono che, piuttosto che esistere un unico “modulo di creatività” nel cervello, potrebbero essere necessarie reti distribuite di regioni del cervello per generare idee originali e utili.

Più in generale, sebbene la ricerca sulle neuroscienze cognitive abbia spesso assunto che il pensiero potesse essere spiegato osservando l’attività in regioni cerebrali isolate, più recentemente la prospettiva si è spostata verso la visione che le funzioni cognitive dovrebbero essere studiate come risultanti da interazioni di rete su larga scala.

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