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Arfid: cos’è l’ipocondria alimentare

L’arfid rientra nelle classificazioni dei disturbi alimentari.

L’acronimo arfid sta per “avoidant restrictive food intake disorder” ovvero disturbo evitante-restrittivo nell’assunzione di alimenti.

L’arfid è un disturbo alimentare che colpisce gli uomini in misura maggiore, e si traduce nell’esclusione dalla propria alimentazione di specifici cibi e dall’assunzione di pochi altri scelti in base a colore e consistenza.

Questo tipo di disturbo alimentare, ancora poco noto ai più, non è da confondere con la neofobia, ovvero la paura di ingerire alimenti nuovi.

La neofobia insorge tra i 2 e i 6 anni e potrebbe perdurare anche in età adulta.

La Onlus Siridap dedica un articolo all’arfid definendolo come una vera e propria ipocondria alimentare.

Alla base del disturbo citato non ci sarebbe l’ossessione del peso ma una vera paura nei confronti degli alimenti scartati dalla propria dieta cui si addebiterebbero possibili malesseri fisici e problemi intestinali, pur senza una motivazione concreta.

A scatenare l’arfid sono un ventaglio di fattori: la mancanza di un’educazione alimentare, instabilità affettiva familiare, disagio psicologico.

arfid

Desta meno preoccupazioni perché, almeno nella fase iniziale, non provoca una repentina perdita di peso come l’anoressia, ma l’arfid può causare seri problemi ai reni, ad esempio, così come può danneggiare molti altri organi.

Non meno importante, perché ne deriva un benessere mentale generalizzato, l’influenza che l’arfid determina nei rapporti di tipo sociale.

Si potrebbe scegliere l’isolamento sociale a causa della paura di condividere pasti con gli amici e trovarsi in una condizione di imbarazzo e disagio.

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Il problema gravoso di questo tipo di disturbo è l’ammissione del disturbo stesso.

Un bulimico o un anoressico sono consapevoli dell’avere un problema col cibo, chi soffre di arfid difficilmente arriva a un certo grado di consapevolezza.

Non si tratta di gusto ma di evitamento di cibo per una irragionevole paura di ingerirlo.

I centri specializzati sull’alimentazione sono in grado di affrontare il problema con un approccio multidisciplinare.

Il sito www.disturbialimentarionline.it del Ministero della Salute presenta un dettagliato elenco delle strutture regionali che possono aiutare la persona a iniziare un percorso terapeutico mirato alla soluzione del problema alimentare.

La paura del cibo nasconde paure più profonde e dolorose verso il mondo, sulle quali è possibile riflettere e superare insieme ai team preposti.

 

 

Leggi anche: Neofobia al cibo la paura di provare nuovi sapori

 

 

 

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