Benzodiazepine: cosa c’è da sapere
Il dizionario medico descrive le benzodiazepine come farmaci tranquillanti, miorilassanti e sedativi.
La onlus francese Prescrire ha pubblicato uno studio del 2021 che attesterebbe la dipendenza che questo farmaco provoca.
Uno studio di coorte basato su un database dell’assicurazione sanitaria statunitense ha identificato 2,5 milioni di pazienti adulti sottoposti a intervento chirurgico tra il 2009 e il 2017 e che non avevano ricevuto una prescrizione di benzodiazepine per l’anno precedente (tranne forse il mese precedente l’intervento).
Gli interventi chirurgici più frequenti sono stati la cataratta, la colecistectomia e l’isterectomia.
64.000 pazienti, il 2,6%, hanno ricevuto benzodiazepine nel periodo circostante l’intervento, per più di 10 giorni per la metà di essi.
Scrive la Onlus: “Le benzodiazepine più utilizzate sono state il diazepam (Valium° o altro) (32%) e l’alprazolam (Xanax° o altro) (29%).”
Il 19,5% dei pazienti a cui era stata prescritta una benzodiazepina durante l’intervento ha continuato ad assumerla successivamente.
Tra 90 giorni e 180 giorni dopo l’intervento, il 56% dei pazienti ha ricevuto una nuova prescrizione di benzodiazepine e il 44% ha ricevuto due o più prescrizioni.
Sostanzialmente dopo l’uso occasionale di benzodiazepine, l’assunzione continuata del farmaco aumenta il rischio di dipendenza.
Questa categoria di farmaci produce assuefazione e dipendenze.
In pratica è come se i neuroni, abituati alla sostanza immessa nell’organismo, alterassero il loro funzionamento nel momento dell’interruzione.
A influenzare questo processo è il fattore dell’età.
Sono numerose le ricerche che osservano come sintomi depressivi possano insorgere con più frequenza nelle persone anziane, dato che risultano più esposte a eventi di perdita e solitudine in generale, fattori predittori del rischio di sviluppare una depressione.
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