Medicina

Salute mentale: un open day che accresce la saggezza

Per la giornata mondiale della salute mentale la Asl Napoli2 Nord, in un open day che ha accolto attori del settore, istituzioni e fruitori dei servizi, adotta un modello fortemente inclusivo volto a eliminare lo stigma sociale, l’esclusione e l’auto-esclusione per accrescere quel che la letteratura chiama saggezza.

E se la saggezza non è altro che un’ampia conoscenza pragmatica, incentrata sull’aspetto cognitivo o intellettuale, e ancora il risultato di un’applicazione della conoscenza mediata da un equilibrio di interessi personali e sociali, possiamo dire che la saggezza, così come concettualizzata in uno studio pubblicata su Jama Network, è integrazione di qualità cognitive, riflessive e affettive della personalità.

Si scrive nella ricerca: “Gli interventi per migliorare la spiritualità, la regolazione emotiva e i comportamenti prosociali sono efficaci in una parte delle persone con malattie mentali o fisiche e della comunità. 

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Le moderne epidemie comportamentali di solitudine, suicidio e abuso di oppiacei indicano una crescente necessità di interventi di rafforzamento della saggezza per promuovere il benessere individuale e sociale”.

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In un ampio scenario organizzato per settori di intervento: dai progetti educativi alle tecniche riabilitative, dalla psicoterapia alle lavorazioni della terra alla lettura, la salute mentale mostra quel lavoro che nel quotidiano viene svolto dentro e fuori le strutture.

L’Open Day della salute mentale sembra essere una festa che coinvolge tutti gli attori che operano nella salute mentale e i fruitori. È un approccio utile?

Il Dott.re Angelo Cucciniello – Direttore Dipartimento di Salute Mentale AslNapoli2Nord:

Si, è un approccio necessario. Noi siamo convinti che la sola terapia farmacologica, seppur importante, non può però essere esaustiva. E se è vero che la terapia farmacologica raggiunge obiettivi importanti, essa ha bisogno di altri fattori per agire.

Questo open day della salute mentale si muove verso un Welfare Sociale, laddove la comunità possa entrare in campo e favorire il benessere della persona presa in carico dalla struttura sanitaria, perché questa possa vivere nel miglior modo possibile.

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La promozione delle attività laboratoriali come sviluppo delle abilità pratiche oppure sono une vera e propria forma di dialogo?

Dott.re Angelo Cucciniello: “Sono una modalità riabilitativa. Noi tendiamo anche ad uscire dalla mera attività laboratoriale perché si possa attuare una vera pratica riabilitativa.

Coltivare i talenti.

Sviluppare talento e competenze è il passo decisivo perché le persone escano dalla condizione di stigma sociale e possano avviarsi in un percorso di inclusione sociale.

Su come sia possibile superare lo stigma sociale imposto e autoimposto, interviene la Dott.ssa Alessandra Mirabella – psichiatra: “Possiamo parlare di interazione delle due componenti. Percepirsi come unici sofferenti genera isolamento e l’obiettivo del servizio deve essere creare una rete intorno alla persona che la faccia sentire all’interno di un gruppo, laddove possa condividere la sofferenza in modo differente. Amplificare l’apertura verso gli altri condividendo un percorso di vita e non necessariamente di malattia.

La dottoressa Adele Rossi, psichiatra di riabilitazione, fa un focus sul momento della riabilitazione come: “Un momento e una possibilità di sperimentare contesti reali e sociali per persone che, per la loro patologia, si trovano tagliati fuori”.

Quali sono le difficoltà maggiori del territorio che dovete contrastare.

“Da un lato la reperibilità di spazi adeguati, l’accessibilità che possa garantire un buon percorso”.

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