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Il valore della scrittura. Perché scriviamo?

Il valore della scrittura sembra annidarsi nel suo essere un potenziale processo in divenire che include un costante apprendimento e nuove evoluzioni di narrazioni che variano a seconda di bisogni, età, esperienze.

Valore della scrittura, allora, così come dice Suzan-Lori Parks, vincitrice del Premio Pulitzer sul blog di Mayo Clinic: “Se riesci a sentire il mondo cantare, è compito tuo scriverlo.” 

Il valore della scrittura può risiedere nella sua potente attività di denuncia, così come conferma la Mayo clinic che scrive: “A volte scriviamo spinti da un senso di giusta indignazione…”

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Creare, dunque, attenzione per ipotizzare soluzioni comuni, senz’altro il processo di scrittura si connota con una indubbia empatia e una forza comunicativa che lo distingue per una potente capacità trasformativa.

valore della scrittura

Se in ambito strettamente clinico e psicologico il valore della scrittura si insinua nella capacità di trasformare dolori e traumi, d’altro canto non parliamo soltanto di un moto egoistico che anima lo scrivere, quanto anche e soprattutto, una straordinaria fuga dal conformismo sociale, perché riesce a dare a ciascuno la propria realtà delle cose in un movimento di scambievole visione, condivisa.

Sul valore della scrittura espressiva come modalità di rivelazione emotiva scritta, è possibile citare una ricerca pubblicata dalla rivista Frontiers in Psychology, che ne accerta la sua capacità di migliorare i risultati di salute psicologica e fisica delle persone.

“Dagli anni ’80, una buona quantità di studi – scrive Frontiers in Psychology – ha dimostrato che la scrittura espressiva è un metodo benefico per affrontare traumi e sconvolgimenti emotivi in ​​modo curativo”.

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Questo metodo comunicativo scritto ha mostrato risultati positivi sulla salute e sulla psicologia delle persone a più livelli, come negli aspetti cognitivi, emotivi, sociali e biologici.

Il valore della scrittura, come ne parla lo storico Lawrence R. Samuel sulla rivista Psychology Today, trova una collocazione anche in una capacità cognitiva raffinata volta al miglioramento dell’espressività, del proprio linguaggio, nella capacità di rendere “comprensibile” agli altri un’emozione, una suggestione, un rimando nel tempo.

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