È necessario definire un nuovo approccio tra interventi estetici e psiche per le persone che decidono di intervenire in questa direzione, secondo dott.ssa Maria Pia De Padova, coordinatrice del Gruppo SIDeMaST di Dermatologia estetica, al congresso in corso alla Mostra d’Oltremare di Napoli.
L’esigenza di capire la relazione tra interventi estetici e psiche nasce dall’impennata, un vero e proprio boom, dei trattamenti di medicina e chirurgia estetica nel nostro Paese.
La richiesta non si arresta e coinvolge fette sempre più ingenti di popolazione, soprattutto adolescenti, una caratteristica che impone una nuova modulazione delle regole, in realtà al momento, quasi assenti: non c’è una regolamentazione precisa in materia, il rischio è quello di imbattersi in figure professionali improvvisate o addirittura non autorizzate, si evidenzia al Congresso SIDeMaST (Vai al sito qui) .
In questo mare magnum di “abusivi e fai da te” l’obiettivo è dotare gli esperti di tutti gli strumenti per assicurare il benessere del paziente, che include appunto, una nuova attenzione a interventi estetici e psiche.
Scrive SIDeMaST “occorre prestare particolare attenzione anche alla valutazione psicologica dei candidati al trattamento estetico, soprattutto quando si tratta di ragazzi e donne, sempre più ossessionati dai canoni di bellezza imposti dai social”.
Almeno secondo quanto è stato divulgato durante i lavori del Congresso i trattamenti di medicina e chirurgia estetica sono aumentati almeno del 20% nell’ultimo anno; inoltre si stima che le richieste siano cresciute del 67% rispetto al 2019 e addirittura del 130% rispetto al 2020 (dati SICPRE).
Il focus che viene realizzato, prende in considerazione i cambiamenti sociali che hanno investito le vite delle persone, quali l’avvento dello smart working e la maggior sedentarietà hanno portato molte persone a riflettere sulla propria attuale condizione fisica e a far ricorso a delle “tecniche migliorative”.
Interventi estetici e psiche come prevenzione.
Se è vero che i trattamenti più gettonati vanno dalla esfoliazione profonda della cute all’autotrapianto dei bulbi piliferi, fino ai richiestissimi filler di acido ialuronico, alla tossina botulinica, ai peeling chimici e ai fili di trazione, dall’altro: “Formare dermatologi e medici preparati e coscienziosi, fornendo loro nozioni e occasioni di approfondimento deve essere missione imprescindibile di SIDeMaST – spiega la dott.ssa Maria Carmela Annunziata, Dirigente Medico presso la UOC di Dermatologia Clinica della Federico II di Napoli e Membro della SIDeMaST.
La medicina estetica è finalizzata al raggiungimento e al mantenimento della salute intesa come benessere psicologico e fisico; nella società contemporanea l’immagine costituisce un elemento fondamentale per rapportarsi agli altri e pertanto necessita di cure e cura.
Ecco, allora, che valutare l’aspetto psicologico e psicopatologico è una tappa fondamentale e vincolante all’inizio del percorso dermocorrettivo in quanto disturbi psicologici quali ad esempio i dismorfismi corporei sono sempre più frequenti nell’era dei social.
Accertare l’idoneità del paziente ai trattamenti risulta quindi di importanza vitale per il conseguimento del suo benessere psicofisico.
Questo aspetto va approfondito in particolare nei pazienti più giovani: uno studio* rivela che in Italia il 73% delle adolescenti italiane ha ammesso di aver fatto ricorso a qualche forma di trattamento estetico.
Tra i più richiesti quelli per le cicatrici da acne, la rimozione dei peli superflui o delle smagliature; ancora i trattamenti anti-cellulite, quelli per rimpolpare le labbra e i rinofiller. “I trattamenti estetici non sono certamente una novità – spiega la dott.ssa Maria Pia De Padova, coordinatrice del Gruppo SIDeMaST di Dermatologia estetica – ma se prima rappresentavano una risorsa per la popolazione più adulta che voleva migliorarsi e apparire sempre al meglio e per quanti volevano correggere i propri difetti fisici, a volte condizionanti, oggi sempre più giovani e in particolar modo i giovanissimi vogliono sentirsi al passo con i look ‘social’, omologandosi ai propri coetanei e a un ideale estetico standardizzato dai social media”.
E conclude la dottoressa De Padova: “L’idealizzazione della bellezza e la convinzione diffusa che il successo nella vita sia in qualche modo intrecciato con gli attributi fisici.
Diventa dunque fondamentale valutare come adeguate le procedure di interventi estetici eseguiti nell’interesse della salute e dell’equilibrio psicologico del paziente.
Non sono ad esempio incoraggiabili tutte le procedure volte al raggiungimento della bellezza ideale, all’alterazione dei propri tratti etnici che possono successivamente causare vere e proprie crisi di identità”.