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Pistoletto e la sua Venere tradita. Il commento video

Un risveglio amaro, spiazzante, emotivamente impattante. Questa mattina Napoli non si è svegliata solo con la luce dell’alba, ma con le fiamme inaspettate che hanno distrutto la Venere degli stracci, accompagnate da colonne di fumo visibili da diverse zone della città partenopea. L’opera di Michelangelo Pistoletto, inaugurata il 28 giugno scorso in piazza del Municipio, è stata infatti distrutta da un incendio. I vigili del fuoco, avvertiti da alcuni passanti, sono giunti tempestivamente, ma non hanno potuto salvare l’opera: le fiamme non hanno lasciato nulla – a parte la struttura metallica e pochissimi brandelli di tela di vetroresina -, e non sono stati risparmiati né gli stracci né la scultura.

La questura e le forze dell’ordine sono al lavoro per comprendere le dinamiche dell’accaduto.

L’assessore alla Sicurezza del Comune di Napoli, l’ex Prefetto Antonio De Iesu, ha dichiarato al Corriere del Mezzogiorno che si tratta di “un fatto gravissimo e sicuramente un atto vandalico. Gli agenti della scientifica stanno visionando le telecamere e ci auguriamo di avere qualche elemento”.

Guarda la dichiarazione video di Michelangelo Pistoletto qui

L’inaugurazione due settimane fa
Il progetto della Venere degli stracci era nato nell’ambito del programma Open. L’arte in centro. Da programmazione, a partire da giugno 2023 a Napoli l’arte contemporanea è diventata protagonista grazie alla ricca programmazione di mostre e installazioni voluta dal sindaco Gaetano Manfredi e curata da Vincenzo Trione, consigliere del Sindaco per l’arte contemporanea e l’attività museale. L’obiettivo del progetto è infatti rafforzare la vocazione al contemporaneo della città attraverso una serie di iniziative pensate appositamente per gli spazi pubblici e i siti museali dai protagonisti dell’arte del nostro tempo.
A Napoli, l’opera doveva essere il punto di riferimento visivo e la testimonianza tangibile dell’impegno della città nei confronti dell’arte e della cultura. All’interno del palinsesto di interventi di Napoli contemporanea, rappresentava un invito aperto a cittadini e visitatori a vivere la piazza come un luogo di relazione e di dialogo quotidiano.


La Venere degli stracci a Napoli
Pistoletto aveva dato forma a una versione originale, in scala monumentale, della storica Venere degli Stracci che era stata realizzata da Cittadellarte e progettata ad hoc per Napoli. Quest’opera aveva rinnovato il legame instaurato negli anni da Pistoletto con Napoli, riattivando la riflessione sui materiali e sui consumi, grazie al dialogo tra gli stracci e la statuaria classica. Il movimento di vestizione e svestizione, che richiama un gesto così individuale e universale, è stato posto davanti a un dilemma globale: l’accumulo dei rifiuti, il continuo passare delle cose, la bellezza che si confronta con l’inquinamento. Infine, la Venere degli Stracci si fa metafora plastica dell’identità contraddittoria di Napoli: bellezza e rovine, sublime e imperfezioni, purezza e macerie. L’intervento – finanziato dalla Città Metropolitana di Napoli – è stato parte del processo di riqualificazione urbana che vede il coinvolgimento di artisti di alto profilo provenienti da tutto il mondo e di personalità, di differenti generazioni, attive nel territorio, chiamate a intervenire in piazze, strade, chiostri, quartieri.

 

Il commento di Michelangelo Pistoletto
La mia prima reazione – ha esordito il maestro – è stata di un forte controllo dell’emozione, perché la ragione deve vincere sempre. Emozione e ragione esistono sempre e sono una dualità che deve trovare un accordo, un bilanciamento, un’armonia. La Venere degli stracci rappresenta proprio questa dualità: la bellezza senza fine e il degrado continuo. Due elementi contrari che sono, forse, uno più emozione, l’altro più ragione, ma si incontrano per rappresentare la rigenerazione di questi stracci che stiamo creando. Sono detriti non solo fisici, ma intellettuali, morali, sociali e politici. Quindi la venere rappresenta la venerabilità: la parola ‘venerabile’ viene proprio da venere. C’è un concetto assolutamente profondo e anche morale di incredibile portata, che deve rigenerare la società stracciona. Quest’ultima purtroppo ha preso il sopravvento: è come un’autocombustione dell’atto peggiore dell’umanità. Io – ha concluso Michelangelo Pistoletto – non dichiaro guerra preventiva a chi ha fatto questo gesto catastrofico, ma propongo la pace preventiva”.

Il commento di Maria Pioppi Pistoletto
La distruzione della Venere, guardando in una dimensione più estesa, potrebbe definirsi – si è chiesta Maria Pioppi – come un femminicidio?

Il commento del sindaco di Napoli
Provo sgomento – ha dichiarato il primo cittadino Gaetano Manfredi – per un atto che è stato di grande violenza e che veramente lascia interdetti, perché quando si attaccano l’arte e la bellezza, si attacca l’uomo. Dopo lo sgomento, però, viene la reazione, la risposta. Noi rifaremo questa installazione, perché la Venere degli stracci è un grande simbolo di rigenerazione, che rappresenta la ripartenza della società. Non può dunque essere fermata dal vandalismo e dalla violenza. L’accaduto mi ferisce, però non dobbiamo meravigliarci, perché se guardiamo la storia dell’umanità c’è stato sempre uno scontro continuo tra la bellezza e il progresso e la violenza e la regressione. Alla fine, però, bellezza, progresso e civiltà hanno sempre prevalso. Napoli reagirà a questo atto di barbarie, lo farà senza mollare, senza aver timore di nulla. Io credo molto – ha concluso – nell’arte pubblica, perché l’arte deve essere libera e accessibile. Le decine di migliaia di persone che hanno fotografato in queste settimane la Venere testimoniano l’impatto che ha avuto anche nella riflessione e nelle critiche da parte dei cittadini e dei turisti”.

Il commento del direttore di Cittadellarte
La Venere degli stracci – ha spiegato Paolo Naldini – è dal 1967 simbolo del mondo nell’era del consumismo sconsiderato; adesso la Venere bruciata è anche il simbolo del pianeta in fiamme e di ciò a cui porta la nostra violenza. Ora dobbiamo verificare la solidità della struttura bruciata. Ma prima di tutto vorrei dire ai Napoletani che sono solidale con loro e con le loro Istituzioni che hanno voluto accogliere quest’opera in Piazza del Municipio, uno spazio pubblico per eccellenza: che bello e importante ora sarebbe che i Napoletani portassero ognuno uno straccio e ricomponessimo insieme una nuova opera pubblica, frutto della cura di tutti per il nostro pianeta, per il coraggio della bellezza contro l’intimidazione della paura”.

 

Comunicato pubblicato da Journal Città dell’arte

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