Potremmo definire un’intolleranza alimentare come la difficoltà a digerire determinati alimenti o nutrienti in essi contenuti, con la reazione avversa che ne consegue.
Rispetto alle allergie, con l’eccezione della malattia celiaca, le intolleranze non stimolano il sistema immunitario, anche se talvolta la mucosa intestinale può essere sensibilmente interessata dall’infiammazione.
L’intolleranza alimentare propriamente detta provoca sia sintomi soggettivi che segni clinici oggettivi, come gonfiore, meteorismo, tensione addominale, flatulenza, dolori al ventre, diarrea ecc., che di solito si verificano poche ore dopo aver consumato il fattore non tollerato.
Sfatiamo subito un mito: non esiste un vero test che ci consenta di accertare un’intolleranza alimentare.
Le intolleranze alimentari scientificamente riconosciute sono due:
1. L’intolleranza al lattosio
2. L’intolleranza al glutine (celiachia)
● Il lattosio è lo zucchero contenuto nel latte. I soggetti con intolleranza hanno una carenza della lattasi, l’enzima che scinde lo zucchero del latte in glucosio e galattosio. In assenza dell’enzima, il lattosio giunge integro nell’intestino crasso dove viene fermentato dalla flora batterica, causando:
-dolori intestinali
-flatulenza e gonfiore addominale
-diarrea.
L’esame del respiro o breath test serve per ricercare l’intolleranza al lattosio. Al paziente viene chiesto di ingerire lo zucchero del latte prima dell’esecuzione del test. Il prelievo del respiro viene fatto prima e dopo l’ingestione. L’esame ha una durata di 2 ore, durante le quali si effettuano i 6 soffi che servono all’esame.
● L’intolleranza al glutine è la condizione specifica della celiachia. Si tratta di una malattia autoimmune grave, provocata dall’ingestione di alimenti contenenti glutine. La malattia celiaca si manifesta con:
-diarrea
-disturbi intestinali
-anemia
-cefalee
-osteoporosi.
Per riconoscere la malattia celiaca, sono necessari approfondimenti specifici (anche più di uno) quali: indagine anticorpale, indagine genetica, breath test al sorbitolo, esame delle feci, biopsia duodenale (anche multipla).
La celiachia può esordire in qualsiasi età e una volta manifestatasi non regredisce.
Pertanto va seguita per tutta la vita una dieta senza glutine.
Diversa è la sensibilità al glutine o anche “Gluten sensitivity”, sindrome caratterizzata dalla presenza, in rapporto all’ingestione di alimenti contenenti glutine, di sintomi intestinali ed extraintestinali in pazienti in cui la celiachia e l’allergia alle proteine del frumento siano già state escluse.
Oltre a queste, esistono altre intolleranze alimentari che possono essere dovute a una vasta gamma di alimenti, dalle carni alle verdure, dai pesci alla frutta, che si manifestano con una sintomatologia varia.
Attraverso gli esami del sangue è possibile ricercare anche l’intolleranza ad altri alimenti, attraverso un test specifico in grado di rilevare in 108 alimenti le proteine alimentari che scatenano reazioni avverse da parte dell’organismo. Il test è in grado di misurare gli anticorpi IgG totali prodotti dal sistema immunitario contro uno o più alimenti specifici tra i 108 alimenti testati.
Per il resto, tutti gli altri test che vi propongono, dall’esame dell’iride a quello del capello, non sono test scientifici e pertanto non sono validati.
In generale, il trattamento delle intolleranze alimentari prevede la completa esclusione dell’alimento che le provoca dalla dieta per 2-6 settimane, dopodiché sì potrà tentare una reintroduzione monitorando se i sintomi dovessero ripresentarsi.