L’agenzia pubblica americana National Toxicology Program ha compiuto un esperimento su 3mila topi, per una ricerca che proverebbe il legame tra il cancro e i telefonini 2G e 3G ormai passati. La ricerca è costata circa 30 milioni di dollari. I ricercatori hanno spiegato che il tumore maligno al cuore sarebbe aumentato alla presenza di radiazioni del 5-7% nei topi di sesso maschile. Mentre per le femmine non può essere fatta la stessa osservazione. Alcune cavie sono state esposte a onde radio mentre altre in età adulta.
“In nessun caso possiamo paragonare l’effetto delle radiazioni sugli umani e sui topi” ha sottolineato John Butcher, capo del National Toxicology Program – “in questo studio, l’intero corpo dei topi è stato irradiato mentre le persone di solito mettono il telefono in un punto specifico sulla loro testa e non lo fanno così spesso” – (come riporta il sito www.tgcom.24.mediaset.it).
Nello studio degli Usa esistono prove evidenti che il tumore sviluppato attraverso questa sperimentazione è il tumore cardiaco cancerogeno. L’esposizione a RFR è iniziata da 5 a 6 settimane per i topi, ed è continuata per un massimo di due anni. L’esposizione RFR è stata intermittente, 10 minuti in poi e 10 minuti inattiva, per un totale di circa nove ore al giorno.
Mentre nei ratti e topi hanno ricevuto radiazioni in radiofrequenza su tutto il corpo, non può essere confrontata con l’esposizione degli esseri umani quando usano un telefono. Le persone infatti, sono più esposte in specifici tessuti locali dove tengono il telefono.