Leggere libri d’avventura prima di dormire
Leggere prima di dormire concilia le ore di riposo a patto che il romanzo scelto sia ricco di azione e avventura.
Sono molte le ricerche in ambito scientifico che attestano come leggere un buon libro stimoli l’immaginazione e riesca a emozionarci.
Queste emozioni non sono autoreferenziali, bensì si dirigono verso gli altri, i personaggi di cui leggiamo le vicissitudini, e trasposto, acuiscono una certa empatia verso gli altri.
Secondo il neuroscienziato a capo di una ricerca in proposito Gregory Berns, della Emory University, mentre leggiamo un libro in cui qualcuno dei personaggi svolge una specifica attività, come ad esempio correre, si attivano nella nostra testa gli stessi neuroni che si attiverebbero qualora fossimo noi ad eseguire quell’azione.
Questo vuol dire che leggere un romanzo ti può realmente trasportare nel corpo del protagonista, e non si tratta soltanto dell’abilità narrativa di uno scrittore, ma è qualcosa che accade a livello biologico.
Potrebbe essere una spiegazione di tipo scientifico alla predilezione da parte dei bambini, nel voler leggere storie e fiabe avventurose prima di addormentarsi.
La ricerca di Berns risale al 2013, quando, insieme a un gruppo di scienziati della Emory University, appunto, evidenziava gli effetti della lettura sul nostro cervello.
“Abbiamo cercato di determinare se la lettura di un romanzo potesse modificare le connessioni del cervello.”
“I partecipanti sono stati sottoposti a delle scansioni di risonanza magnetica funzionale durante i 19 giorni dell’esperimento, dopo aver svolto dei compiti di lettura.”
Tutte le sere, per nove giorni di seguito, ad un gruppo di volontari è stato chiesto di leggere, prima di andare a dormire, trenta pagine del libro “Pompei” di Robert Harris.
Ogni mattina i soggetti “presi in esame” dovevano recarsi dai ricercatori per “scansionare” il loro cervello, mentre si trovavano in uno stato di riposo.
I dati forniti dalla macchina, secondo quanto interpretato dagli psicologi, hanno rilevato un aumento della connettività del lobo temporale sinistro, una zona del cervello associata al linguaggio.
L’ aumento della connettività è stato riscontrato anche nel solco centrale del cervello, che separa la corteccia motoria da quella sensitiva, cioè “I partecipanti non stavano leggendo durante la scansione, quindi la maggior connettività cerebrale è un effetto della lettura della sera precedente,” dichiara Gregory Berns.
Dopo aver concluso la lettura del libro, si è continuato a monitorare il cervello dei soggetti per altri cinque giorni.
Si è constatata la permanenza di questi cambiamenti neurali indotti dalla lettura cioè, in altre parole, quel che avviene nella nostra testa grazie alla lettura non è un cambiamento momentaneo, ma duraturo.
Gregory Berns ci ricorda che i partecipanti all’esperimento hanno letto un libro scelto a caso:
“La cosa interessante è che ai soggetti è stato assegnato un romanzo in maniera del tutto casuale, senza dargli la possibilità di sceglierlo.
Questo potrebbe voler dire che potremmo avere un effetto ancora più potente e duraturo sul nostro cervello, se leggessimo i nostri libri preferiti.”
Nell’esperimento sono stati usati libri cartacei, gli effetti di tablet e di altri dispositivi elettronici non risulterebbero altrettanto benefici per il sonno, poiché, al contrario della carta, attiverebbero una condizione stressante.
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