La serietà della dimensione ludica nei bambini non è un ossimoro ma una realtà pedagogica dall’importante ruolo socio-educativo.
Il bambino impegnato nell’attività del gioco, non tanto differente dall’impegno di un adulto immerso in un lavoro, è oggetto di riflessioni scientifiche sullo sviluppo di capacità di apprendimento e della creatività.
Definire la creatività in termini neuroscientifici o psicologici determina una certa riduzione di un fenomeno vasto, capace di ampliare e generare nuovi panorami interiori di conoscenza.
Al pensiero infantile si riconosce una forte connotazione creativa cui danno un contributo sia fattori di tipo genetico sia i contesti sociali in cui il bambino cresce e si sviluppa.
Giocare, per un bambino, non coincide esattamente col mero spensierato intrattenimento quanto a un determinato impegno che lo supporta nel potenziamento del pensiero astratto e simbolico, nella capacità di stimolare le capacità manuali e intellettuali.
Il momento della lettura con i genitori, ad esempio, rappresenta una dimensione di stimolo per la fantasia e di forte interesse, come, allo stesso modo, i giochi che permettono di creare e modellare e smontare potenziano l’esplorazione e la manualità.
Il gioco all’aperto merita qualche riflessione maggiore, ricerche recenti, infatti, confermerebbero un miglioramento dello sviluppo cerebrale legato ai giochi in spazi aperti.
L’Università di Yale ha proprio studiato, ad esempio, come il contatto con la natura favorirebbe la concezione del bello, dell’equilibrio e dell’ordine oltre il potenziamento di curiosità e creatività.
Lo sviluppo della creatività può e dovrebbe essere favorito dai processi educativi, con la promozione, cioè, dentro i sistemi scolastici, del pensiero flessibile caratterizzato da un costruttivo dialogo tra le scienze umane e la tecnologia, tra la letteratura e le scienze naturali.
Una connessione di saperi necessaria allo sviluppo di opportunità di pensiero anche complessi.
Tutta la letteratura che si riferisce allo sviluppo del quoziente intellettivo stenta a spiegare la capacità creativa anche per la stretta correlazione con il patrimonio emozionale di ciascuno, sottolineando la connessione tra emozione e capacità – sviluppo cognitivo.
Un discorso che possiamo ampliare anche alla pratica dello sport, ad esempio, attività fondamentale per lo sviluppo, che ciononostante, viene abbandonato da molti ragazzi che raggiungono la soglia degli 11 anni, a causa del carico di aspettative genitoriali che trasformano il gioco in un dovere o peggio in uno stress.
Invitare, allora, a coltivare interessi per lo sviluppo personale e per la salute psico-fisica può bastare a produrre effetti benefici sul corpo e la mente dei bambini e dei ragazzi.
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