Kuzu o Kudzu si ricava e si usa come amido e addensante, da una pianta estremamente longeva giapponese la Pueraria japonica.
La pianta, la cui radice ridotta in polvere diventa Kuzu, raggiunge, infatti, anche i 100 anni di vita e rappresenta un pilastro della tradizione medica orientale per le sue proprietà disintossicanti e lenitive, in particolare per chi soffre di acidità di stomaco e disturbi intestinali.
Secondo la medicina orientale la radice di Kuzu così come i suoi fiori riesce a trattare malesseri diffusi come emicrania e ipertensione.
Seppur non esista una letteratura scientifica accreditata sui benefici del Kuzu, l’Università di California riproducendo il principio attivo del Kudzu ha, ad esempio, testato su cavie da laboratorio, come il principio del Kuzu favorisse la reazione alla dipendenza da alcool, testando una maggiore resistenza nella fase di astinenza.
Ciò perché il principio attivo del Kudzu contiene la daidzina, capace di bloccare l’enzima che metabolizza l’alcol, l’aldeide deidrogenasi 2 (ALDH-2).
L’amido di Kuzu si trova tra gli scaffali di market biologici ed erboristerie.
La polvere si scioglie in acqua fredda per poi essere sobbollita per la durata di 2 minuti, una volta ottenuto il composto, questi può essere utilizzato come un semplice addensante naturale, e quindi, usato per la preparazione di zuppe e creme così come budini.
Gastro protettore per eccellenza nella tradizione orientale, il Kuzu protegge l’apparato gastro-intestinale svolgendo azione di tampone contro l’eccesso di acidità, mucose e irritazioni.
Buon attivatore dell’attività intestinale, riesce a risolvere stipsi e a sedare un’eccedenza di liquidi intestinali.
Utilizzato per sedare e vampate causate dalla menopausa, il Kuzu stimolando la produzione di serotonina e dopamina riesce a rimodulare tono dell’umore e disturbi legati al sonno.
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