Buon anno
Aprire le braccia verso gli altri e tornare ad abbracciare.
Camminare mano nella mano lungo un marciapiede gremito, per giungere a godere della vista di una vallata o del mare da un comune cannocchiale per commentarne la bellezza.
Preparare una tavola per tutti gli amici e i parenti, anche quelli che ho lasciato su WhatsApp.
Pianificare un viaggio.
Tornare ai concerti nella calca della gente, senza evitare alcunché.
Correre col mio cane fino allo sfinimento e portarlo a fare il bagno nell’acqua limpida della primavera.
Tornare a sciare.
Abbandonarsi alla folla delle code al ristorante e scambiare parole, seppur conformi, con sconosciuti.
Finire la lettura del romanzo lasciato a impolverare.
Fare il pane una volta alla settimana e regalarlo a chi mi capita nel pensiero.
Sarà un anno di nuovi arrivi e ritrovati ritorni.
Un anno termina con una robusta lezione, quella di imparare a prenderci cura degli altri.
E non solo di chi si è ammalato ma di chi ci è rimasto accanto a superare un dramma condiviso di paure e incertezze, di isolamento e di sconcerto.
Tornare all’amore, del “congiunto” e degli amici.
Scrive Filelfo nel libro “L’assemblea degli animali” che l’amore è una forza che non muta.
Allora sarà difficile scegliere nuovi buoni propositi per un nuovo anno già carico di aspettative, ma vogliamo provarci lo stesso.
Buon Anno.