Il ruolo del sonno nella creatività è un tema di ricerca della scienza contemporanea.
Il ruolo del sonno nella creatività, però, seppure fosse definito, continuerebbe a non spiegare come nasca il pensiero creativo.
Seppur la capacità di pensare in modo creativo sia fondamentale per affrontare nuove sfide, il modo in cui la creatività nasca rimane misterioso.
La ricerca che tratta proprio il ruolo del sonno nella creatività, è stata pubblicata dalla rivista Science Advances dove si spiega come l’attività cerebrale comune alla zona crepuscolare tra il sonno e la veglia accenda cosiddette scintille creative.
Nel dettaglio, per studiare il ruolo del sonno nella creatività, i partecipanti sono stati esposti a problemi matematici senza sapere che una regola nascosta permetteva loro di risolverli quasi istantaneamente.
“Abbiamo scoperto – scrivono gli autori- che trascorrere almeno 15 s in un periodo di riposo triplicava la possibilità di scoprire la regola nascosta (83% contro 30% quando i partecipanti rimanevano svegli) e questo effetto svaniva se i soggetti raggiungevano un sonno più profondo.
I nostri risultati suggeriscono che c’è un punto debole creativo all’interno del periodo di inizio del sonno, e colpirlo richiede che gli individui si addormentino facilmente e si addormentino non troppo profondamente”.
Il ruolo del sonno nella creatività è soltanto un aspetto di un tema più ampio che riguarda il sonno e il pensiero.
Alcuni studi empirici hanno dimostrato che il sonno aiuta a risolvere problemi o riorganizzare i ricordi associativi in modo da promuovere la creatività.
Sebbene il ruolo del sonno nella risoluzione creativa dei problemi sia spesso citato nella letteratura sul sonno, le prove a sostegno sono inaspettatamente scarse rispetto ad altre funzioni cognitive come il consolidamento della memoria.
La maggior parte della ricerca esistente si è concentrata sul ruolo del sonno REM (rapid eye movement) e del sonno a onde lente nella risoluzione creativa dei problemi, che favorirebbero rispettivamente le associazioni semantiche distanti e l’astrazione essenziale.
Contrariamente ad altre fasi del sonno, la prima fase del sonno non REM ha ricevuto poca attenzione e il suo ruolo cognitivo è in gran parte sconosciuto.
Tuttavia, uno studio recente ha mostrato che 10 minuti di “quiescenza da sveglio” (cioè un riposo tranquillo trascorso in una stanza poco illuminata con una stimolazione sensoriale ridotta) ha più che raddoppiato il numero di soggetti che hanno scoperto una regola nascosta rispetto a 10 minuti di veglia attiva.
“Tuttavia, riteniamo che questo sonno leggero rappresenti un cocktail ideale per la creatività”.
“Qui, abbiamo verificato se un breve periodo di sonno favorisce l’intuizione creativa, definita qui come l’improvvisa scoperta di una soluzione a un problema”.
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