Società e Cultura

Come l’acqua. Le donne (in)visibili dell’Iran: la mostra

Come l’acqua. Le donne (in)visibili dell’Iran è una mostra fotografica ospite dello spazio espositivo, fino al 19 marzo, della Biblioteca Casa Bondi di Castenaso (Bologna).

Come l’acqua. Le donne (in)visibili dell’Iran è un progetto di Ali Ashgar Kalantar, accademico dell’Università di Mazandaran, ed è curata dal fotografo Fabrizio Fontanelli e da Laura Sassi.

Come l’acqua. Le donne (in)visibili dell'Iran

Come l’acqua. Le donne (in)visibili dell’Iran è una testimonianza e impronta della storia attuale delle donne iraniane che suona come interferenza visiva, capace di fare luce sullo spirito di una protesta intima e collettiva.

Le immagini e i simboli delle immagini esposte fungono da rimando e da viaggio, e ci esplicano una quotidianità autentica, e una percezione chiara e limpida di una condizione sociale in rivolta.

Ci parla della mostra “Come l’acqua. Le donne (in)visibili dell’Iran”, uno dei curatori Fabrizio Fontanelli: Cerco di promuovere questo progetto nato già nel 2019 che nasce in Iran e del quale io curo la parte italiana”.

Come l’acqua. Le donne (in)visibili dell'Iran

È un progetto che volete portare in altri luoghi?

“Se c’è qualcuno che vorrà dedicare uno spazio a questo progetto, noi ne siamo ben felici.

La mostra comprende ritratti intimi, così come dal taglio artistico e/o politico. Non c’è un genere unico. Sono tante le fotografe che hanno scattato regalandoci una loro visione personale, e quindi, la mostra è molto eterogenea.

Il soggetto è la donna.

È una mostra di denuncia?

Possiamo interpretarla così, vista la situazione in Iran.

 Penso però che più di denuncia, possiamo parlare di un progetto capace di far conoscere umanamente la condizione della donna in Iran, le emozioni e i sentimenti che caratterizzano questa condizione.

Ecco allora che la fotografia, così come accade per “Come l’acqua. Le donne (in)visibili dell’Iran”, si fa ricerca di nuovi immaginari, in esplorazione di confini possibili e percezioni rendendosi esperienza visiva.

Attualità e onestà riempiono quel campionario grammaticale che contraddistingue l’esposizione sensibile, una comunicazione politica ed emotiva.

I corpi esistenti descrivono un paesaggio esistenziale capace di descrivere nuove possibilità di percorsi lasciando spazio a quella che potremmo dire: una riflessione collettiva.

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