Violenza domestica su donne sorde: un problema sommerso
La violenza domestica su donne sorde rappresenta non solo una triste pagina della cronaca globale ma anche una concezione sociale stereotipata della disabilità.
PubMed ha pubblicato alcune stime riguardo la violenza domestica su donne sorde, rilevando che almeno il 25% di tutte le donne sorde negli Stati Uniti sono vittime di violenza da parte del partner (Abused Deaf Women’s Advocacy Services [ADWAS]), una cifra simile ai tassi di prevalenza annuale dal 16% al 30% che riguarda i partner nella popolazione generale.
Violenza domestica su donne sorde: aggressioni fisiche, aggressioni psicologiche e vittimizzazione per coercizione sessuale con persone sorde, un campione che rilevava circa il doppio delle probabilità di aver subito violenza nell’ultimo anno. (Pubmed)
Il problema della violenza su donne sorde si amplia all’impatto delle percezioni sociali della disabilità e della sordità che va oltre l’influenza delle esperienze a livello istituzionale e interpersonale.
In altre parole, le persone possono interiorizzare gli stereotipi sociali sulla propria disabilità, arrivando ad aspettarsi il rifiuto sociale e la discriminazione e, in ultima analisi, accettare la propria svalutazione.
I centri antiviolenza del circuito gestito da Prospettiva Donna hanno sottoscritto con il consiglio regionale sardo Ens il protocollo “Segni che diventano voce”, ne abbiamo parlato con la dott.ssa Patrizia Desole del centro antiviolenza Prospettiva Donna, grazie al cui contributo possiamo fare luce sul problema sommerso della violenza domestica su donne sorde.
“ Il Protocollo firmato con il consiglio regionale sardo Ens ha l’obiettivo principale di migliorare i servizi del centro antiviolenza.
Il discorso della violenza domestica su donne sorde rappresenta un problema sommerso della realtà italiana cui vogliamo dedicare la dovuta attenzione e su cui vogliamo fare luce.
Vogliamo che nessuna rimanga indietro- continua Desole – e perché questo percorso di tutela si rafforzi c’è bisogno di una raccolta capillare di dati e testimonianze.
Secondo un rapporto Fish Onlus il 20% delle donne con disabilità necessita di sostegno a causa di ripetuti episodi di violenza.
Rompere il silenzio e realizzare un aiuto concreto a chi rimane invisibile e sperimenta la discriminazione, esperienza che acuisce la sua drammaticità proprio per il silenzio che la circonda”.
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