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Cuore ad alta quota. Vademecum per la Pasquetta in montagna

Il cuore ad alta quota ha bisogno delle dovute attenzioni se si è cardiopatici, quindi, bene una passeggiata in montagna ma l’esposizione del cuore ad alta quota può nascondere qualche insidia.

Salire, infatti, ad altezze sui 2.500 metri oppure oltre, secondo quanto divulgato dall’European Heart Journal, significa esporre il cuore ad alta quota fatto che necessita di alcune raccomandazioni.

In caso, quindi, di patologie cardiovascolari preesistenti, non è necessario rinunciare a una Pasquetta in montagna, ma quanto più, informarsi bene sui rischi che può correre il cuore ad alta quota.

Un articolo redatto dal Giornale di Cardiologia, scritto dal dott.re Andrea Antonio Papa, cardiologo, analizza quello che comunemente chiamiamo “mal di montagna” come manifestazione della difficoltà di adattamento dell’organismo all’alta quota e si manifesta con cefalea, nausea, faticabilità e disturbi del sonno quando si va su rapidamente.

Che succede salendo in altezza e cosa succede al cuore ad alta quota?

cuore ad alta quota

“Con l’aumento dell’altitudine si riduce la pressione atmosferica e di conseguenza diminuisce la pressione di ossigeno nell’aria.

In montagna si riduce l’ossigeno dell’aria inspirata, quanto più si sale in quota” scrive Papa.

A un’altezza di 3000 metri rinunciamo al 30% di ossigeno.

In termini di rischi per la salute, bisognerebbe tener conto della nostra età e della presenza di malattie croniche: in altre parole se si è in fascia over 65 e presentiamo ipertensione arteriosa, diabete mellito, o ancora se siamo abbiamo affrontato un pregresso ictus o infarto del miocardio e siamo in trattamento farmacologico, è bene porre qualche limite precauzionale per la nostra salute.

Quel che il cardiologo descrive, infatti, come ambiente ‘ipossico’ in cui la tolleranza all’esercizio fisico si riduce, potrebbe scatenare quel “mal di montagna”, cioè una condizione benigna e transitoria ma che qualche volta può evolvere in forme più gravi, nel dettaglio, se si hanno patologie cardiocircolatorie.

cuore ad alta quota

Se da un lato, quindi, trascorrere la Pasquetta in montagna aiuta una generale condizione di relax per il clima, l’ambiente fresco e rilassato, d’altro canto se abbiamo affrontato un evento grave come infarto o ictus, si sconsiglia di esporre il cuore ad alta quota e di salire a quote elevate, “soprattutto se sono trascorse meno di quattro settimane dall’evento acuto” scrive Papa.

“Particolare attenzione devono prestare i pazienti che soffrono di gravi ostruzioni coronariche: c’è il rischio che le richieste di maggior apporto di ossigeno non possano essere soddisfatte.

Per questo è importante che, anche in presenza di una malattia coronarica, questa non sia così grave da compromettere un maggior apporto di sangue al cuore come durante lo sforzo” continua il cardiologo Papa.

Sintetizziamo le regole da seguire per il cuore ad alta quota stilate dagli esperti:
  1. Occhio al clima. Gli anziani sono più sensibili al freddo e sono a rischio di ipotermia. Anche d’estate in montagna è possibile imbattersi in fenomeni atmosferici improvvisi con rapido abbassamento della temperatura anche di dieci e più gradi; è dunque utile equipaggiarsi in modo corretto prima delle gite.

 

  1. Accertarsi di essere in condizioni cliniche stabili. Se c’è stato un infarto al cuore o una ischemia, oppure è stata effettuata procedura di rivascolarizzazione (angioplastica, by pass) far passare almeno 6 mesi prima di considerare ascese in quota.

 

  1. Attenzione ai liquidi. I recenti cambiamenti climatici stanno determinando temperature molte elevate anche a quote prossime ai 3000 metri. È quindi necessario approvvigionarsi del giusto quantitativo di acqua per la gita che si vuol fare e valutare bene i punti di rifornimento, fontanelle, rifugi o altro, presenti sul percorso. Una corretta idratazione è necessaria per mantenere l’equilibrio dinamico tra l’apporto e la perdita di acqua, soprattutto durante l’esposizione ai forti raggi del sole di montagna, in mancanza del quale può presentarsi un importante rischio per la salute, tale da condurre anche ad insolazioni o, nel peggiore dei casi, a colpi di L’acqua, bevuta a piccoli sorsi ad intervalli frequenti senza aspettare di avere sete, è ciò di cui il nostro organismo necessita per mantenere un buono stato di salute, elemento insostituibile nei processi vitali di idratazione e termoregolazione.

 

  1. Se si assume una terapia, come nel caso di chi soffre di pressione alta, valutare caso per caso se vada modificata in quota su consiglio del medico. Questo è il caso soprattutto per pazienti con un elevato rischio cardiovascolare, per i quali una destabilizzazione in quota potrebbe rappresentare un problema. Non è il caso del giovane iperteso a basso rischio, per esempio, per il quale anche un rialzo pressorio in quota di pochi giorni non rappresenta un vero problema.

 

  1. Non ascendere troppo velocemente. Se si pensa di soggiornare in quota per più di 6-7 ore, salire progressivamente, con lentezza.

 

  1. Portare con sé le medicine in quantità sufficiente e, per chi deve seguire un trattamento anticoagulante orale, anche l’ultimo schema di terapia prescritto. Attenti alle cadute, soprattutto se si assumono anticoagulanti orali.
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