Società e Cultura

Quarantena e violenza domestica un disagio ancora più difficile da comunicare

Per una donna che vive una situazione di tensione e violenza coniugale la permanenza domestica adottata come disposizione di distanziamento sociale contro il contagio da Covid-19 può essere un preoccupante fattore di rischio nonché accrescere il livello di pericolo di femminicidio.

Dall’inizio dell’emergenza ancora in atto, le associazioni hanno interrotto i colloqui diretti anche se sono state attivate le procedure a distanza di assistenza alle donne.

Ne parliamo con la psicologa e psicoterapeuta Ada Moscarella, docente dell’Università degli Studi di Padova.

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La convivenza forzata potrebbe incidere negativamente sulla possibilità di denunciare le violenze domestiche?

La premessa è che le associazioni si stanno adoperando perché non si sospendano le attività di supporto alle donne che ne necessitano.

Dalle consulenze che sto effettuando il dato grave è rappresentato dall’impossibilità di collegarsi telefonicamente con qualcuno che possa venire in soccorso.

Il dato difficile è proprio questo, i servizi di assistenza antiviolenza sono raggiungibili prevalentemente in via telefonica.

Il periodo di quarantena generale potrà portare a un aumento dei casi di violenza domestica?

Il periodo che stiamo vivendo ha senz’altro spostato il focus su tutt’altro ponendo la grave situazione di violenza familiare in secondo piano. Il timore è che sarà difficile poi raccogliere anche i dati rispetto al fenomeno di violenza sulle donne. Alcune attività dei centri antiviolenza al momento risultano vietati e, quindi, sospese. I centralini rimangono, però, attivi. Dal mio lavoro personale deduco che non si possa escludere un aumento dei casi di violenza domestica ma aggiungo che sarà difficile coglierli e che molto rimarrà nel sommerso.

Quale consiglio può dare alle donne che vivono tensioni o violenze all’interno del nucleo familiare?

Il consiglio che posso dare è di certo entrare in contatto con associazioni anti violenza laddove si verifichino situazioni di abusi.

Rispetto alle tensioni familiari che non ricadono nelle situazioni di violenza, ma risentono dello stato di tensione e stress emotivo della situazione che stiamo vivendo, posso consigliare servizi psicologici per alleggerire il carico di stress di coppia in questa situazione di emergenza, sono attivi servizi on line cui è possibile rivolgersi per ricevere sostegno e chiedere consulenza.

 

Per una donna che vive una situazione di tensione e violenza coniugale la permanenza domestica adottata come disposizione di distanziamento sociale contro il contagio da Covid-19 può essere un preoccupante fattore di rischio nonché accrescere il livello di pericolo di femminicidio.

Dall’inizio dell’emergenza ancora in atto, le associazioni hanno interrotto i colloqui diretti anche se sono state attivate le procedure a distanza di assistenza alle donne.

Ne parliamo con la psicologa e psicoterapeuta Ada Moscarella, docente dell’Università degli Studi di Padova.

La convivenza forzata potrebbe incidere negativamente sulla possibilità di denunciare le violenze domestiche?

La premessa è che le associazioni si stanno adoperando perché non si sospendano le attività di supporto alle donne che ne necessitano.

Dalle consulenze che sto effettuando il dato grave è rappresentato dall’impossibilità di collegarsi telefonicamente con qualcuno che possa venire in soccorso.

Il dato difficile è proprio questo, i servizi di assistenza antiviolenza sono raggiungibili prevalentemente in via telefonica.

Il periodo di quarantena generale potrà portare a un aumento dei casi di violenza domestica?

Il periodo che stiamo vivendo ha senz’altro spostato il focus su tutt’altro ponendo la grave situazione di violenza familiare in secondo piano. Il timore è che sarà difficile poi raccogliere anche i dati rispetto al fenomeno di violenza sulle donne. Alcune attività dei centri antiviolenza al momento risultano vietati e, quindi, sospese. I centralini rimangono, però, attivi. Dal mio lavoro personale deduco che non si possa escludere un aumento dei casi di violenza domestica ma aggiungo che sarà difficile coglierli e che molto rimarrà nel sommerso.

Quale consiglio può dare alle donne che vivono tensioni o violenze all’interno del nucleo familiare?

Il consiglio che posso dare è di certo entrare in contatto con associazioni anti violenza laddove si verifichino situazioni di abusi.

Rispetto alle tensioni familiari che non ricadono nelle situazioni di violenza, ma risentono dello stato di tensione e stress emotivo della situazione che stiamo vivendo, posso consigliare servizi psicologici per alleggerire il carico di stress di coppia in questa situazione di emergenza, sono attivi servizi on line cui è possibile rivolgersi per ricevere sostegno e chiedere consulenza.

 

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