La bulimia nervosa è un disturbo alimentare che registra 12 nuovi casi all’anno, per 100mila persone tra le donne e circa 0,8 nuovi casi per 100.000 persone in un anno tra gli uomini.
I disturbi dell’alimentazione vedono dagli anni ’90 a oggi una drammatica crescita esponenziale tanto da rientrare in ciò che si definisce come “epidemia sociale”.
Un disturbo, la bulimia, che ha radici nella società attuale e negli stereotipi standardizzati di canoni di bellezza che spingono numerosi soggetti a una sorta di perfezionismo estetico che degenera poi in patologia.
La bulimia è un disturbo di fame incontrollata, letteralmente significa “fame da bue” e si connota per pasti “divorati” voracemente e velocemente nonché in solitudine.
Il soggetto, dopo aver divorato il pasto, attiva dei comportamenti compensatori quali il vomito autoindotto oppure utilizzando a scopo di “svuotamento” lassativi e diuretici.
Essere un soggetto bulimico non significa essere in sovrappeso o sottopeso, si tratta di persone normopeso che vivono, però, con un’ ossessiva attenzione alla propria immagine corporea, al proprio peso e a una eccessiva necessità di stabilire un controllo su di esso.
Il disturbo alimentare, in molti casi, si manifesta come una ipersensibilità a ciò che loro ritengono “fallimenti” personali, esistenziali.
Anche l’attività sportiva rientra in un atteggiamento globalmente compulsivo poiché riconosciuto non come fonte di benessere ma come esclusivo strumento di controllo del peso corporeo.
La bulimia può comportare anche nelle forme meno gravi, alcuni sintomi evidenti come l’erosione dei denti che si lega al continuo vomitare.
Più frequente, secondo quanto rilevato statisticamente, nelle donne, soprattutto, in età giovanile (tra i 15 e i 25 anni) riscontra però una crescita anche tra gli uomini legandosi quasi sempre a depressione, ansia e problemi di personalità.
Rispetto alla cura, la prognosi della bulimia risulta migliore rispetto all’altro spettro dell’alimentazione, l’anoressia.
Il paziente bulimico ha una consapevolezza maggiore rispetto al problema che si riesce a curare con una terapia combinata psichiatrica e nutrizionale.
Diversi sono i centri presenti sul territorio italiano per la cura dei disturbi alimentari, la mappa integrale al sito www.disturbialimentarionline.it