Il latte vegetale, su scala globale, ha guadagnato l’attenzione come alternativa possibile al latte vaccino.
Più che di sostituzione, i nutrizionisti parlano di integrazione, perché, in età pediatrica, è comunque necessaria l’assunzione del latte vaccino.
Ciò detto, il latte vegetale può risolvere una serie di problematiche come l’intolleranza al lattosio, che hanno indotto un aumento della domanda del mercato per il latte vegetale.
Le componenti nutrizionali e bioattivi del latte vegetale valutano un profilo adatto per l’apporto di probiotici per l’organismo.
Inoltre, la presenza di prebiotici nella loro configurazione naturale li rende utili per l’assicurazione della necessaria vitalità probiotica, a seguito della loro esposizione a condizioni digestive.
Il latte vegetale per la sua disponibilità, facilità di elaborazione e rapporto costo-efficacia è stato stabilito come possibile ragione alla base della loro adozione.
Il latte di soia, o meglio l’estratto di soia, latte di mandorla o di avena rimangono quelli più diffusi e consumati, anche in Italia.
Negli Usa, invece, si fa spazio un nuovo trend nella categoria del latte vegetale che è il latte di piselli.
Sono diversi gli studi che hanno mostrato effetti positivi del consumo di piselli nella risposta glicemica e sul controllo della sazietà (e indirettamente sulla gestione del peso), attribuibili principalmente all’apporto di fibra e di proteine.
Grazie alle caratteristiche complessivamente favorevoli, unite a una modesta o nulla allergenicità, le proteine dei piselli trovano largo impiego nell’industria alimentare come ingrediente base e costituiscono una valida alternativa alle proteine di origine animale. Come per tutti i legumi, la porzione standard indicata dai LARN per i piselli è di 150 g per quelli freschi o in scatola e 50 g per quelli secchi.
Dai piselli secchi e macinati si ricava una bevanda vegetale simile per caratteristiche nutrizionali a quella prodotta dalla soia con l’importante vantaggio di essere priva di allergeni.
Come gli altri legumi anche i piselli associati ai cereali possono fornire tutti gli aminoacidi essenziali: per questo motivo il consumo dei due vegetali in associazione è considerato alternativo al consumo di prodotti di origine animale, consentendo di mantenere lo stesso profilo nutrizionale per quanto riguarda la quota proteica.
In un articolo apparso sulla rivista Elsevier si scrive che le proteine di origine vegetale, come quelle dei piselli, possono essere difficili da usare negli alimenti a causa della loro bassa solubilità.
Le proteine dei piselli, in particolare, possono essere una sfida da utilizzare nei sistemi alimentari a causa della loro bassa solubilità.
“Perché i piselli, allora? Jiménez-Flores spiega: “La proteina del pisello è diventata popolare grazie alla sua composizione equilibrata di aminoacidi e agli aminoacidi a catena ramificata che aiutano lo sviluppo muscolare.
La proteina dei piselli è una proteina vegetale anallergica, priva di glutine ed economicamente vantaggiosa”.
La proteina del pisello ha anche un’alta percentuale di proteine idrofobiche (dal 65% all’80%), che i ricercatori hanno determinato lo rendeva un buon modello per rappresentare le proteine di origine vegetale.
Leggi anche: Bere latte in età pediatrica? Si e perché