Un ombrellone in spiaggia e una sdraio ci costeranno un 10% in più in media.
L’indagine è stata svolta da Altroconsumo che ha calcolato sulla settimana dal 31 luglio al 6 agosto, un rincaro di un ombrellone in spiaggia del 10% rispetto all’anno scorso.
Eppure già lo scorso anno si registrava un’impennata dei costi di ombrellone in spiaggia e servizi balneari del 17% rispetto al 2019, sempre secondo quanto rilevato da Altroconsumo.
Mete marittime che lievitano per costi e che diventano meno accessibili, da Palinuro a Rimini, da Alghero a Lignano, mentre l’alternativa della spiaggia libera si assottiglia e si complica.
Tra le mete più care, spicca la ligure Alassio, dove effettuando una media delle prime quattro file, si spenderanno almeno 323 euro.
E se la situazione legislativa sulle concessioni mostra diverse criticità, si va a costituire quella che sembra una lobby dei balneari.
A sollevare il polverone sulle concessioni balneari i Verdi che denunciano, con le parole del co-portavoce nazionale di Europa Verde, che l’accordo tra Governo e maggioranza potrebbe tradursi in una generale sanatoria degli spazi balneari abusivi.
La direttiva europea chiamata Bolkestein del 2006, richiede per l’Italia una messa in gara degli spazi occupati dai balneari al momento della scadenza della concessione.
Richiesta procrastinata fino all’arrivo del “Piano di ripresa e resilienza”.
Ritardi e discussioni, ma si aspetta presto il permesso ai privati per sfruttare le coste- bene pubblico – senza proroga e la necessità di una gara per assegnare la possibilità di offrire un ombrellone in spiaggia e un lettino.
Un cambiamento che dovrebbe disserrare una situazione in panne.
Gli italiani intervistati da Altroconsumo sul caro ombrellone in spiaggia, mostrano basse aspettative sullo scioglimento del nodo rincaro mare, se il 52% degli italiani si aspetta altri aumenti tariffari, solo il 4% pensa a una possibilità di riduzione del prezzario.
Stesso discorso sull’auspicio di un miglioramento dei servizi balneari: e se il 65% ritiene la situazione in impasse e senza evoluzioni positive per i consumatori, ancora il 36% non s’aspetta cambiamenti significativi sulla gestione e su possibili cambi gestionali.
Tra le voci che allertano sulla situazione degli stabilimenti balneari Federico Cavallo, responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo, che chiede al Governo l’attuazione di una riforma sulla concorrenza affinché si possa invertire il senso di marcia e favorire cambi di gestione che possano favorire un miglioramento dei servizi senza che i prezzi arrivino alle stelle.
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