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Un’adeguata offerta culturale aiuta la terza età

Un’adeguata offerta culturale aiuta la terza età ad affrontare quelli che vengono definiti problemi “non medici” che non concernono, quindi, strettamente la sfera della salute ma che interferiscono ugualmente con il benessere della persona.

La solitudine, i problemi abitativi e le difficoltà finanziarie, condizioni acuite dalle incertezze provocate dalla pandemia di Covid-19, pongono un profondo problema sociale.

offerta culturale aiuta la terza età

Uno studio pubblicato sulla rivista BMC Medicine affronta nel dettaglio la questione, rilevando che un’adeguata offerta culturale aiuta la terza età.

Il ruolo dell’offerta culturale rappresenta, infatti, un importante sostegno, e non solo dal punto di vista della socialità, e quindi svolgendo funzione ricreativa, ma anche come arricchimento personale, capace di agire beneficamente sul benessere della persona.

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Un’adeguata offerta culturale aiuta la terza età non solo in termini individuali, ma favorisce anche il lavoro degli operatori sanitari che possono indirizzare i pazienti alle attività della comunità affrontando e risolvendo i problemi di benessere in età avanzata.

Giardini, biblioteche, teatro e giochi di società: scrive la ricerca “La prescrizione sociale è una modalità d’intervento importante in paesi come il Regno Unito, Usa e Canada”.

L’assioma di partenza da cui prende le mosse il concetto che l’offerta culturale aiuta la terza età, è quello che considera aspetti della ricreazione come “lavori di collegamento” e gli operatori come connettori di comunità, capaci di collegare persone e servizi, attività sociali che possono aiutare questioni anche difficili di tipo sociale.

L’offerta culturale aiuta la terza età perché, così come si spiega nella revisione citata, si parte dalla logica dell’assunzione di lavoratori di collegamento per un benessere olistico del paziente.

In questo modo si riduce il carico del personale sanitario.

“In Inghilterra, si sta finanziando posti di lavoro di collegamento nelle cure primarie; i pazienti sono spesso indirizzati a un operatore di collegamento dal loro medico di famiglia.

I lavoratori di collegamento hanno il tempo di parlare con un paziente per scoprire cosa li preoccupa e cosa aiuterebbe a migliorare la loro situazione attuale.

Questi dipendenti dovrebbero avere una buona conoscenza dei servizi locali, delle organizzazioni, degli enti di beneficenza e delle attività, che potrebbero aiutare con una serie di problemi non medici”.

Dalla revisione condotta su come l’offerta culturale aiuta la terza età, si è rilevato come, ad esempio, la sartoria sia in grado di aiutare a garantire i benefici che le persone anziane possono trarre dall’impegnarsi in un’offerta culturale: essere distratti (assorbiti in un’attività) o tenuti psicologicamente, creare connessioni o trasformarsi attraverso la crescita personale. 

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“Abbiamo esplorato l’idea della personalizzazione in modo più dettagliato considerandola in relazione alla teoria dello scambio sociale”.

Concludendo, la ricerca evidenzia come sia fondamentale la prescrizione culturale per gli anziani.

“Gli adattamenti dovrebbero essere diretti al raggiungimento di benefici chiave per le persone anziane che hanno riferito di sentirsi sole, ansiose e indisposte”.

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