La cataratta senile è una patologia oculare che si presenta dopo i 65 anni d’età come una riduzione fisiologica della vista.
Caratterizzata dall’opacamento del cristallino (lente situata all’interno del bulbo) dietro l’iride, la cataratta senile provoca una sorta di velo opaco che impedisce alla luce di raggiungere la retina, provocando una compromissione della vividezza dell’immagine
Un documento a cura del Dott. Fabrizio Formenti è stato pubblicato sul Blog del Gruppo San Donato, che spiega come la cataratta “È una patologia molto comune che nasce fisiologicamente con l’avanzare dell’età, mediamente dopo i 65 anni – spiega il e può essere:
- senile o pre-senile;
- dovuta a traumi;
- correlata a malattie come il diabete;
- legata all’utilizzo di farmaci cortisonici”
La patologia è responsabile, e per questa ragione la si può individuare a occhio nudo, della perdita di colore della pupilla, rendendola grigia.
“Si sviluppa gradualmente in uno o in entrambi gli occhi sia negli uomini che nelle donne, con una maggiore percentuale nelle donne, stando alle nostre casistiche interne”, dichiara l’esperto.
La cataratta più diffusa, la cataratta senile, presenta alcuni disturbi evidenti, i primi suoi segnali, infatti, sono: vista annebbiata, percezione di aloni intorno alle fonti luminose,
difficoltà nella vista in luoghi molto luminosi, variazione del difetto visivo che si aveva in precedenza.
“Ad esempio, alcune persone che leggono solo con gli occhiali, si ritrovano a farlo senza gli occhiali perché si sta sviluppando una cataratta che viene definita di tipo nucleare, cioè che provoca una miopia che va contrastare la presbiopia” spiega l’esperto.
In tutti questi casi è sempre consigliabile fissare un appuntamento dall’oculista per effettuare un controllo completo e verificare l’eventuale presenza della cataratta.
“Una volta ci si operava quando il paziente non ci vedeva più. Adesso anche in età avanzata le necessità sono diverse, si guida ancora, si usano molto di più dispositivi elettronici come tablet e pc, e l’intervento sarà quindi indicato quando l’offuscamento del cristallino va a disturbare le normali attività svolte dal paziente nella vita quotidiana” dichiara Formenti.
Attualmente esistono due tipologie di intervento che permettono di eliminare il cristallino opaco e di sostituirlo con una nuova lente intraoculare:
la tecnica di facoemulsificazione, più tradizionale;
la tecnica laser assistita.
La facoemulsificazione
“Viene definita tecnica di facoemulsificazione e si avvale dell’utilizzo di una sonda ad ultrasuoni che permette di frammentare ed aspirare la cataratta.
Successivamente viene inserita una nuova lente che sostituisce quella opaca rimossa”.
È la tecnica più eseguita a livello mondiale, in modalità ambulatoriale, permettendo al paziente di tornare a casa dopo circa un’ora dall’intervento.
Il recupero visivo è molto rapido e il trauma per l’occhio è ridotto.
La tecnica che utilizza il laser a femtosecondi che permette di:
eseguire il taglio corneale monitorando la sua estensione e profondità;
“Inoltre, consente anche un’apertura perfettamente circolare della capsula del cristallino con conseguente posizionamento più preciso della nuova lente intraoculare e, come ultimo passaggio, frammenta il cristallino per consentire una più dolce e più facile aspirazione.”, spiega il dottore Formenti.
Emiliana Chiarolanza