I rischi del clima e le conseguenze sulla salute
Siccità, alluvioni e ondate di caldo anomalo sembrano caratterizzare gli attuali rischi del clima.
L’Osservatorio Città Clima di Legambiente descrive e analizza come i rischi del clima si traducano in numeri preoccupanti: in Italia sono stati 21 i fiumi e 10 i laghi ad essere colpiti dalla siccità, Po, Sesia, Pellice, Bormida, Adige, Tagliamento, Bisenzio, Ombrone, Tevere, Chienti, Metauro, Misa, mentre tra i laghi: Lago Maggiore, quello di Como, Garda, Fedaia, Massaciuccoli, Nemi, Bracciano.
Eventi climatici estremi, 28 le esondazioni registrate da inizio anno da Legambiente, contro le 21 del 2022.
I rischi del clima si ripercuotono sulla popolazione che deve fronteggiare inerme alluvioni, esondazioni, fissando un bilancio nefasto di vittime impreparate.
Le regioni maggiormente colpite sono Emilia-Romagna (39 eventi), Lombardia (38), Sicilia (24), Piemonte (18), Liguria (17).
La lettera indirizzata all’editore, rifletteva sulla drammatica alluvione che il 26 novembre colpì Ischia, “a seguito di un evento simile che già 13 anni prima aveva colpito questa bellissima isola di fronte alla città di Napoli, ricorda ulteriormente la fragilità e il dissesto idrogeologico del territorio italiano. È noto che quest’ultima è il risultato, a sua volta, dell’urbanizzazione dilagante e dell’edilizia illegale, insieme agli eventi meteorologici estremi guidati dal cambiamento climatico che caratterizzano l’attuale epoca dell’Antropocene” scrive il professore.
Di Guardo si interroga sui rischi del clima sulla salute dell’uomo, in quanto desta forte preoccupazione il trasferimento di agenti patogeni infettivi dagli ecosistemi terrestri a quelli marini, con particolare attenzione ai batteri trasmessi per via oro-fecale.
“Salmonella spp., Escherichia coli, Vibrio cholerae e Listeria monocytogenes, oppure protozoi come il Toxoplasma gondii, o virus come quello dell’epatite A e, non ultimo, il SARS-CoV-2, il betacoronavirus responsabile della devastante pandemia CoViD-19”.
Il Prof. Di Guardo evidenzia come una volta trasportati nell’acqua di mare dal fango e dai detriti derivanti dalle alluvioni, gli agenti patogeni trasmessi per via fecale possano essere ingeriti dai molluschi bivalvi commestibili come le cozze, che possono filtrare fino a 100 litri di acqua ogni giorno, ospitando potenzialmente all’interno dei loro tessuti corporei quantità significative di sostanze biologiche e batteriche. contaminanti chimici ambientali
“La terra degli agenti infettivi. Il trasferimento in mare potrebbe inoltre colpire i cetacei selvatici, il cui stato di salute e conservazione sembra essere sempre più minacciato dalle attività umane.
Ciò riguarda soprattutto le specie “costiere” come i delfini tursiopi (Tursiops truncatus), che diventano quindi più inclini a contrarre infezioni causate da agenti patogeni “terrestri” come T. gondii”.
Urge, secondo il parere del Prof, la necessità di far fronte ai citati problemi sanitari legati/associati al dissesto idrogeologico attraverso un approccio olistico, multidisciplinare, basato sull’evidenza e One Health, “che ci ricordi che la salute umana, animale e ambientale sono reciprocamente legate e strettamente legati tra loro!”
Emiliana Chiarolanza