Alimentazione

Contare le calorie uno stress nocivo

La dieta dimagrante non è necessariamente un regime alimentare restrittivo e faticoso e soprattutto non deve presentare, per funzionare come ristabilimento di condizioni di equilibrio psicologico e fisico, fattori stressanti né per la psiche né per l’organismo.

Contare le calorie nel piatto con il supporto di un’app che calcola le calorie non incontra il favore dei nutrizionisti

“Dal punto di vista scientifico non esiste alcuna dieta conta calorie” ci dice Serena Morra, biologa e nutrizionista

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“E’ il fattore psicologico che determina anche il fabbisogno giornaliero dell’apporto di calorie necessario al singolo individuo” continua la nutrizionista Morra.

Non siamo dunque macchine, e sia la qualità che la quantità del nostro “carburante” è senz’altro un aspetto individuale e mutevole che non corrisponde ad un unico criterio valido per tutti.

Contare le calorie non rappresenta un aiuto reale e anche se lo fosse il fabbisogno giornaliero di calorie andrebbe calcolato anche seguendo la storia della persona che vuole dimagrire, tener conto del pregresso, qualcosa che l’app non può sapere né calcolare.

“Se ci troviamo in un caso di pregressa obesità, ad esempio – ci spiega la nutrizionista Serena Morra- rientrata nei parametri di normopeso, questa persona avrà un fabbisogno energetico assolutamente differente da chi non ha un passato di obesità”.

Le app che eseguono il calcolo delle calorie potrebbero anche danneggiare l’approccio alimentare come lo stile di vita poiché agiscono in maniera stressante sulla psiche della persona e non sono progettate per contemplare la differenza tra fabbisogno energetico e fabbisogno giornaliero, due criteri alquanto differenti.

“Il falso mito della dieta come restrizione alimentare – ci spiega la Morra – è un mito da sfatare perché invece è uno stile di vita sano che si ha la necessità di promuovere senza lo stress del conteggio calorico”.

È il fattore psicologico che fa dunque la differenza poiché il rapporto col cibo implica una serie di complessità personali che l’app non può conoscere né tantomeno risolvere.

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